Gualtiero Marchesi

Gualtiero Marchesi al congresso Identità Golose a Milano nel 2010

Gualtiero Marchesi (Milano, 19 marzo 1930Milano, 26 dicembre 2017) è stato un cuoco e gastronomo italiano.

Viene unanimemente considerato il fondatore della nuova cucina italiana e, a parere di molti, lo chef italiano più noto nel mondo[1][2] e quello che ha maggiormente contribuito allo sviluppo della cucina italiana, ponendo la cultura culinaria italiana tra le più importanti del mondo.

Marchesi nasce a Milano da una famiglia di albergatori e ristoratori originaria di San Zenone al Po (Pavia), grazie alla quale muove i primi passi in ambito gastronomico e nella ricerca del proprio personale percorso culinario. Nel dopoguerra si trasferisce in Svizzera, dove perfeziona le sue conoscenze frequentando, dal 1948 al 1950, la scuola alberghiera di Lucerna. Rientrato in Italia, rimane a lavorare per alcuni anni nell'albergo di famiglia, per poi proseguire il suo perfezionamento a Parigi.

Nel 1977 apre il suo primo ristorante nel capoluogo lombardo, ottenendo nel 1978 il riconoscimento di una stella dalla Guida Michelin. Nel 1986 il ristorante di Marchesi è il primo in Italia ad ottenere il riconoscimento di tre stelle della guida francese, passando a due dal 1997 in avanti. Al riconoscimento della Guida Michelin fa seguito il conferimento dell'onorificenza di commendatore nel 1991[3] da parte del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga.

Alcuni allievi e collaboratori di Marchesi sono successivamente diventati celebri chef, come Carlo Cracco, Pietro Leemann, Ernst Knam, Davide Oldani, Vittorio Beltramelli e Daniel Canzian.[4]

Nel 2004 ricopre il ruolo di Rettore di ALMA, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, con sede a Colorno (Parma), per poi decidere nel 2014 di fondare a Milano in via Bonvesin de la Riva la scuola di alta formazione per cuochi, l'Accademia Gualtiero Marchesi.[5] Nel 2008 fonda la Italian Culinary Academy a New York.[6]

Il 19 marzo 2010, in occasione dei suoi ottant'anni, nasce la Fondazione Gualtiero Marchesi,[7] che si prefigge come obiettivo la diffusione del bello e del buono in tutte le arti, dalla musica alla pittura, dalla scultura alla cucina. Nel 2017 gli viene attribuito dalla Camera dei deputati il Premio America della Fondazione Italia USA.

Muore all'età di 87 anni nella sua casa di Milano il 26 dicembre 2017. I funerali si svolgono presso la Chiesa di Santa Maria del Suffragio a Milano, dove erano presenti, oltre ai familiari, numerosi esponenti della cucina e della ristorazione di alto livello in Italia. Successivamente la salma viene tumulata nel cimitero di San Zenone al Po, nella tomba di famiglia.[8]

La cucina di Gualtiero Marchesi, così come da lui pensata, viene portata avanti dai suoi discepoli nel ristorante La Terrazza Gualtiero Marchesi del Grand Hotel Tremezzo grazie alla supervisione continua della sua Fondazione e all'attività di Enrico Dandolo, CEO del Gruppo Gualtiero Marchesi e di Osvaldo Presazzi, Executive Chef del Grand Hotel Tremezzo.

Marchesi è stato sposato con Antonietta Cassisa, pianista e insegnante di pianoforte di origine siciliana, morta nel giugno 2016, con cui ha avuto due figlie, Simona (1963) e Paola (1966), che gli hanno dato cinque nipoti.[9]

La contestazione con Michelin

[modifica | modifica wikitesto]

Nel giugno 2008 Marchesi contesta il sistema di attribuzione dei punteggi della guida Michelin e "restituisce" le stelle,[10] affermando di voler ricevere solo commenti e non punteggi. Come risultato, nell'edizione 2009, il ristorante di Marchesi rimane citato sulla guida unicamente come il ristorante dell'albergo in cui ha sede,[11] senza i riconoscimenti di prestigio e senza nessuno dei commenti voluti da Marchesi.

«Ciò che più m'indigna è che noi italiani siamo ancora così ingenui da affidare i successi dei nostri ristoranti — nonostante i passi da gigante che il settore ha fatto — a una guida francese. Che, lo scorso anno, come se niente fosse, ha riconosciuto il massimo punteggio a soli 5 ristoranti italiani, a fronte di 26 francesi. Se non è scandalo questo, che cos'è? [...] Quando, in giugno, polemizzai con la Michelin lo feci per dare un esempio; per mettere in guardia i giovani, affinché capiscano che la passione per la cucina non può essere subordinata ai voti. So per certo, invece, che molti di loro si sacrificano e lavorano astrattamente per avere una stella. Non è né sano, né giusto[11]»

L'amore per l'arte e la mostra al Castello Sforzesco

[modifica | modifica wikitesto]

Gualtiero Marchesi è stato appassionato per tutta la sua vita dell'arte in tutte le sue forme. Già nei suoi primi anni di attività entrò in contatto con Aldo Calvi, pittore e poeta, che rafforzò il suo amore per l'arte in modo definitivo. In quegli anni incontrò per la prima volta anche la sua futura moglie, musicista, che fece nascere in lui la passione per il mondo musicale. Il giovane Marchesi dichiarò: «Smetto di suonare perché devo creare una cucina nuova, inconcepibile per il nostro paese; è ora di rivoluzionare le portate, la presentazione, la carta dei vini. Questo è un momento fondamentale, è la rivoluzione culinaria postmusicale!».[12]

Nella primavera del 2010 viene inaugurata a Milano, al Castello Sforzesco, una mostra a lui dedicata, che ripercorre i passi e i momenti della sua esperienza, fra arte, cucina e successo internazionale, descrivendo il percorso dello chef che ha ispirato gran parte degli chef italiani di oggi.[13][14] Poco prima della morte, assieme ad artisti e autori come Giovanni Anceschi, Enrico Baj, Gillo Dorfles, Maria Mulas e Giulia Niccolai, Marchesi partecipa al numero quattordici di BAU.[15][16]

Riconoscimenti

[modifica | modifica wikitesto]
  • 2009: Madrid - "Grembiule d'Oro" e "Premio internazionale alla carriera"
  • 2011: Valencia - Medaglia d'Oro del Congresso Mondiale del riso
  • 2015: Forte dei Marmi - "Premio Versilia Gourmet" Eccellenza Italiana[17][18]
Cavaliere Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
— Roma, 2 giugno 1991. Su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri.[3]
Ambrogino d'Oro - nastrino per uniforme ordinaria
Premio Artusi - nastrino per uniforme ordinaria
«Gualtiero Marchesi partendo dagli insegnamenti e valori della cucina classica italiana – libero da pregiudizi e schemi antiquati – attraverso una costante e continua ricerca e sperimentazione, ha elaborato una cucina creativa, fantasiosa, fresca, leggera, essenziale, solare, raffinata che presta estrema attenzione ai prodotti, ai sistemi di cottura, alla dietologia, all'evoluzione del gusto. I piatti ricchi di accostamenti cromatici, fonte di mille emozioni e sensazioni, privi di inutili barocchismi, diventano sintesi della sua poliedrica sensibilità artistica. Con la sua opera ha svolto un fondamentale ruolo di catalizzatore e stimolo nella innovazione e modernizzazione della ristorazione italiana»
— Forlimpopoli, 1998[20]
Sigillo Longobardo - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia al merito del turismo per la valorizzazione dell'immagine dell'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Roma, 2011

[senza fonte]

Cavaliere dell'Ordre des Arts et des Lettres - nastrino per uniforme ordinaria
— Parigi, 1990
Laurea honoris causa in Scienze dell'Alimentazione - nastrino per uniforme ordinaria
Laurea honoris causa in Scienze Gastronomiche - nastrino per uniforme ordinaria

Film d'animazione

[modifica | modifica wikitesto]
  • “La mia nuova grande cucina italiana”, Rizzoli Editore, Milano - 1980
  • “La cuisine italienne réinventée. Les recettes originales de Gualtiero Marchesi”, Éditions Robert Laffont, Paris - 1983
  • “Il codice del buongustaio”, Rizzoli Editore, Milano - 1985 Gualtiero Marchesi, “Oltre il fornello”, Rizzoli Editore, Milano - 1986
  • “La cucina regionale italiana”, Mondadori Editore, Milano - 1989
  • con Luca Vercelloni, “L'arte dell'imbandigione. Storia estetica della cucina”, Guanda Editore, Parma - 1992
  • con Anna Bartolini, “L'Europa in tavola”, Rizzoli Editore, Milano - 1992
  • “Sapere di sapori – A relish for flavour”, Grand Gourmet Editore, Milano - 2000
  • “Sapere di sapori – A relish for flavour”, La Marchesiana Editore, Milano - 2003
  • “Il Codice Marchesi – The Marchesi Code”, La Marchesiana Editore - 2006
  • “Oltre il fornello”, Rizzoli Editore, Milano - 2009
  • con Nicola Salvatore e Aldo Spoldi, “Il bello è il buono. Filosofia, tecnica e cucina delle belle arti”, Skira Editore, Milano - 2009
  • con Carlo Giuseppe Valli, “Marchesi si nasce, questa è la mia storia”, Rizzoli Editore, Milano - 2010
  • “Gualtiero Marchesi e la Grande Cucina Italiana” a cura di G. Leone, La Marchesiana Editore, Milano - 2010
  • "Gualtiero Marchesi - La logica delle cose semplici" a cura di N. Dal Falco, I quaderni della Fondazione Gualtiero Marchesi editi da La Marchesiana Editore, Milano - 2010
  • con Fabiano Guatteri, "L'Almanacco in cucina", Rizzoli Editore, Milano, 2012
  • "Opere / Works", Cinquesensi Editore, Lucca, 2016
  • "Tavolo" per Riva 1920, 2011.
  1. ^ (JA) Recensione del ristorante di Marchesi sulla rivista giapponese Brio (JPG) [collegamento interrotto], su press.marchesi.it, giugno 2007. URL consultato il 20 novembre 2008.
  2. ^ (ES) Rafael García Santos, Profilo su "Lo Mejor de la Gastronomia", su lomejordelagastronomia.com. URL consultato il 20 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2009).
  3. ^ a b Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana Sig. Gualtiero Marchesi, su quirinale.it. URL consultato il 20 novembre 2008 (archiviato il 12 agosto 2014).
  4. ^ A Milano apre Daniel, il nuovo locale di Daniel Canzian, su gamberorosso.it. URL consultato il 27 dicembre 2017 (archiviato il 10 febbraio 2019).
  5. ^ Accademia gualtieroMarchesi, su accademiamarchesi.it.
  6. ^ I grandi chef di cucina italiana sbarcano a New York (PDF) [collegamento interrotto], su press.marchesi.it. URL consultato il 20 novembre 2008.
  7. ^ Fondazione Gualtiero Marchesi, su fondazionegualtieromarchesi.it.
  8. ^ Gualtiero Marchesi: Bottura e i grandi nomi della cucina ai funerali. "Adesso sei tra le vere stelle", su milano.repubblica.it. URL consultato il 29 dicembre 2017 (archiviato il 29 dicembre 2017).
  9. ^ le figlie di gualtiero marchesi raccontano la vita in famiglia del grande chef, su m.dagospia.com, 28 dicembre 2017. URL consultato il 3 febbraio 2021.
  10. ^ Paolo Marchi, Marchesi: "Restituisco le stelle alla Michelin", in il Giornale, 17 giugno 2008. URL consultato il 20 novembre 2008.
  11. ^ a b Marisa Fumagalli, La guida Michelin cancella Marchesi, in Corriere della Sera, 20 novembre 2008. URL consultato il 20 novembre 2008 (archiviato il 6 dicembre 2008).
  12. ^ Carlo Spinelli, Speciale per il grande maestro Gualtiero Marchesi: gli inizi, in Italia Squisita, 16 novembre 2009. URL consultato il 26 gennaio 2020 (archiviato il 13 agosto 2014).
  13. ^ La mostra al Castello Sforzesco di Gualtiero Marchesi, su marchesi.eu. URL consultato il 26 gennaio 2020 (archiviato il 20 maggio 2010).
  14. ^ Nicola Sprelli, http://www.italiasquisita.net/gualtiero-marchesi-al-museo-castello-sforzesco-di-milano, italiasquisita.net, 17 aprile 2010. URL consultato il 18 maggio 2010 (archiviato il 20 aprile 2010).
  15. ^ Celeste Prize 2017 - BAU 14 - Container of Contemporary Culture[collegamento interrotto].
  16. ^ Sussidiaria: GPS / GaPS - le Forbici di Manitù (BAU14). URL consultato il 23 luglio 2017 (archiviato il 27 dicembre 2017).
  17. ^ paspafood, ASPETTANDO VERSILIA GOURMET 2021...GUSTIAMOCI IL VIDEO-RICORDO DELL’EDIZIONE 2015, su PASPAFOOD, 18 agosto 2020. URL consultato il 26 gennaio 2024.
  18. ^ Il gran gala di Versilia Gourmet, su Corriere della Sera, 22 giugno 2015. URL consultato il 4 febbraio 2024.
  19. ^ a b Sito ufficiale - Lo Chef (biografia), su marchesi.it. URL consultato il 20 novembre 2008 (archiviato il 18 dicembre 2008).
  20. ^ I Premi Pellegrino Artusi 1998, su pellegrinoartusi.it, 1998. URL consultato il 20 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2006).
  21. ^ Festa dello Statuto, Premiati delle precedenti edizioni (PDF), su www2.consiglio.regione.lombardia.it, 27 febbraio 2005. URL consultato il 20 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2007).
  22. ^ Premio Nonino, su grappanonino.it, 13 gennaio 2013. URL consultato il 9 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2013).

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN61669073 · ISNI (EN0000 0000 8140 9844 · SBN CFIV010793 · LCCN (ENn85241677 · GND (DE1293305529 · BNE (ESXX1017056 (data) · BNF (FRcb12660583m (data) · NDL (ENJA00448795