Nacque in Germania, ma nel 1634 la sua famiglia si trasferì nei Paesi Bassi ad Amsterdam, dove presumibilmente Johannes eseguì il suo apprendistato come pittore[1] presso Karel Dujardin[2].
Nel 1642 si recò in Francia e successivamente a Roma, dove è documentata la sua presenza negli anni dal 1646 al 1649, anche se probabilmente si trovava già in questa città dal 1644. L'artista lasciò Roma nel 1650 e nel 1653 fece ritorno ad Amsterdam, dove rimase fino alla morte[1].
Lingelbach fu forse l'unico pittore appartenente al gruppo dei Dutch Italianates ad avere un catalogo contenente opere datate e firmate, che documenta la sua evoluzione artistica, anche se purtroppo non si conoscono con certezza opere del periodo precedente al 1650. Infatti le prime opere firmate, menzionate nel catalogo, sono Il fabbro e Autoritratto con violino eseguite nel 1650[1].
Per quanto riguarda il periodo precedente, esistono alcuni dipinti raffiguranti mestieri romani, talvolta attribuiti al Maestro dei mestieri, talaltra al periodo giovanile di Lingelbach oppure a Pieter van Laer, di cui Lingelbach era un seguace[1] della seconda generazione[3]. Alcune di queste opere (Il venditore di acquavite, Il venditore di torte, Il tabaccaio) hanno alcuni punti in comune con Il fabbro del 1650 e Il dentista a cavallo del 1651 (firmato), tuttavia, mentre ne Il fabbro le linee sono tracciate in modo incisivo e quasi caricaturale, nella serie de I mestieri romani, l'autore dà corpo ai volumi con un uso di colori caldi e intensi[1].
Lingelbach dipingeva paesaggi italiani e scene popolari inserite in paesaggi immaginari, simili a quelli della campagna romana (le cosiddette Bambocciate), basandosi sugli schizzi presi dal vero. Dopo il suo ritorno ad Amsterdam, iniziò a dipingere composizioni più grandi ed audaci, creando lo spazio per mezzo della luce e della prospettiva degli elementi architettonici inseriti, denotando una conoscenza approfondita delle opere di Viviano Codazzi[3]. Oltre ai paesaggi, tra cui porti di mare, dipinse anche scene di battaglie.[4]