Josef Alois Gleich (Vienna, 14 settembre 1772 – Vienna, 10 febbraio 1841) è stato un drammaturgo e letterato austriaco.
Figlio di un cancellerie, Joseph Alois Gleich frequentò il ginnasio viennese dal 1785 al 1789, dopo di che studiò filosofia, lingue e contabilità all'Università di Vienna, prima di diventare funzionario pubblico nel 1790.[1]
In quello stesso anno esordì nella letteratura dedicandosi al romanzo e alle opere teatrali.[1]
Dal 1814 al 1816 fu vice direttore del teatro di Josefstadt e aiutò suo genero Ferdinand Raimund ad affermarsi come comico.[1]
Dopo essere stato costretto a ritirarsi dalla direzione teatrale per malattia nel 1831, proseguì la sua carriera come scrittore e come redattore di una rivista umoristica.[1][2]
Nel corso della sua carriera letteraria scrisse un centinaio di romanzi, di ingegno e inclinazione popolaresca, ma considerevoli risultarono soprattutto le sue duecentocinquanta commedie,[3] non solo le fiabe sceniche di facile presa, come Leopolds Jagd ("La caccia di Leopoldo", 1808), quanto quelle opere che, nell'intento di diffondere tra gli spettatori il culto della realtà,[3] nei loro atti descrissero e rappresentarono i dilemmi del protagonista, basati sulla scelta della migliore esistenza possibile in un ambito allargato a tre o quattro opzioni; l'autore voleva dimostrare che spesso la vita più vantaggiosa e retta è proprio quella meno considerata inizialmente.[3]
Tra gli esempi più emblematici dei lavori di Gleich si possono citare: Der Berggeist ("Lo spirito della montagna", 1819); Ydor (1820); Der Eheteufel uaf Reisen ("Il diavolo coniugale in viaggio", 1822).[3]
Con queste opere Gleich influenzò Raimund e Grillparzer.[3]
I romanzi di Gleich si caratterizzarono invece per le descrizioni di epopee medioevali di cavalieri, ladri e fantasmi.[2]
Gleich scrisse anche diversi interessanti libri sulla storia locale, tra i quali: Geschichte der kaiserlich königlichen Stadt Wienerisch-Neustadt ("Storia della città imperiale reale viennese-Neustadt", 1809); Wien und seine Bewohner ("Vienna e dei suoi abitanti", 1834).[2]
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