Questo è un elenco di legioni romane. Si tratta principalmente di legioni del periodo tardo repubblicano ed imperiale romano; le legioni precedenti non erano permanenti.
I commenti a fianco delle legioni comprendono il periodo di vita della legione, le cause della scomparsa (se rilevanti) e il comandante originale, ovvero l'uomo che costituì la legione. Uno dei segni delle legioni è l'aquila.
Questa è una lista delle legioni dell'Alto Impero (in ordine alfanumerico), dal regno di Augusto fino ai Severi, con il nomitativo delle legioni "attive" del periodo ed i loro rispettivi simboli.
Nuove e numerose legioni furono formate durante il periodo dell'anarchia militare (235-285), ma soprattutto da Diocleziano e Costantino I. Con la riforma tetrarchica il numero complessivo delle legioni fu portato nel 300 a 53/56,[127] mentre con l'ascesa al trono di Costantino I ed il ripristino di una monarchia dinastica, il numero delle legioni romane fu elevato ulteriormente fino a 62/64, attorno all'anno 330.[128] Fu soprattutto quest'ultimo, nella seconda parte del suo regno (dal 324 al 337), quando rimase unico Augusto, a riorganizzare l'esercito imperiale, per rispondere meglio alle esigenze del tempo che vedevano una sempre più marcata minaccia delle popolazioni barbariche del nord Europa e a quella dei Sasanidi dall'Oriente. L'esercito cominciò già con Gallieno, poi con Diocleziano, ed infine con Costantino I e venir diviso in unità di frontiera (disposte in accampamenti fortificati lungo i confini imperiali), e in unità dell'esercito campale "mobile" (ovvero armate, tipicamente stazionanti dietro le frontiere, e in grado di intervenire, dove c'era bisogno).
L'aspetto complessivo che l'esercito assunse conseguentemente all'operato di Diocleziano, lodato dallo storico Zosimo, è quello di un apparato quantitativamente concentrato lungo le frontiere[129], che nello stesso tempo però manteneva un ristretto nucleo mobile centrale qualitativamente eccelso, il comitatus. Diocleziano, infatti, perfezionò ciò che di buono era stato "riformato" sotto Gallieno e gli imperatori Illirici (da Aureliano a Marco Aurelio Caro). Egli, difatti, trasformò la "riserva strategica mobile" introdotta da Gallieno in un vero e proprio "esercito mobile" detto comitatus[130] ("compagnia"), nettamente distinto dall'"esercito di confine" o limitaneo.
In questa parte dell'elenco sono menzionate tutte quelle nuove legioni create dopo la disfatta di Licinio del 324, quando Costantino I, rimase unico Augustus dell'Impero romano.[155] In realtà a partire dalla seconda parte del suo regno molte delle legioni tradizionali (composte da 5.000/5.500 armati) cominciarono, in modo assai più evidente, ad inviare loro vexillationes in forti/fortezze di nuova costruzione, o in città/borghi,[156] perdendo la loro abituale numerazione, ma soprattutto non facendo più ritorno alla sede principale della "legione madre". Alcuni studiosi hanno creduto che ciò andasse ad aumentare considerevolmente il numero delle legioni, in realtà molte di queste legioni erano semplici "distaccamenti legionari" (es. gli Ioviani dalla legio I Iovia, i Septimiani dalla legio VII Claudia, ecc.) formati ora da 1.000/1.500 armati, prelevati dalla "legione madre" (di 5.500 armati), che andava così in modo definitivo a ridurre i propri effettivi. È vero anche che se buona parte di queste legioni "nacquero" da questo scorporo, altre furono create ex novo, da reparti specifici dell'esercito romano (es. i Ballistari, quali reparti di artiglieria) o da vecchie unità ausiliarie (es. i Germaniciani).[157]
Fu, infatti, Costantino ad operare una vera e propria riforma, più di Diocleziano. Il percorso che egli compì, fu però graduale nel corso degli ultimi tredici anni di regno (dal 324 al 337, anno della sua morte). Molte legioni alto-imperiali divennero unità di frontiera, in quanto stanziate in accampamenti fortificati lungo il limes romano.
In sintesi possiamo così riassumere la nuova organizzazione delle nuove legioni romane:[158]
la legio palatina, appartenente all'esercito mobile praesentalis che dipendeva direttamente dall'imperatore;
la legio comitatensis, facente parte di quelle unità "mobili regionali" a disposizione dei singoli Cesari (nel caso dei figli di Costantino) o dei vari magistri militum non-praesentalis (non di "corte");
la legio pseudocomitatensis, ovvero quel genere di unità "prestate" dalle frontiere imperiali all'esercito "mobile";
^Lawrence Keppie, Legions and Veterans, in Roman Army Papers 1971-2000, p. 125.
^H. Cohen, Description historique des monnaies frappés sous 1'empire romain communément appellés medailles impériales, a cura della Akademische Druck- u. Verlagsanstalt, Graz, I, p. 41, n. 27.
^E. Ritterling, voce Legio, in Realencyclopädie der Klassischen Altertumswissenschaft, Stuttgart 1924-1925, p. 1437.
^J. R. Gonzalez, Historia del las legiones romanas, pp. 70-71.
^J. R. Gonzalez, Historia del las legiones romanas, p. 73.
^J. R. Gonzalez, Historia del las legiones romanas, p. 106.
^J. R. Gonzalez, Historia del las legiones romanas, p. 140.
^Cesare, De Bello civili, III, 88; L. Keppie, The making of the roman army, p. 109.
^H. Cohen, Description historique des monnaies frappés sous l'empire romain communément appellés medailles impériales, Akademische Druck- u. Verlagsanstalt, Graz, I, p. 41, n. 29.
^J. R. Gonzalez, Historia del las legiones romanas, p. 156.
^J. R. Gonzalez, Historia del las legiones romanas, p. 183.
^(LA) Acta Maximiliani: «in sacro comitatu dominorum nostrorum Diocletiani et Maximiani, Constantii et Maximiani (= Galerio) milites christiani sunt et militant».
^abJ.R.Gonzales, Historia de las legiones romanas, Madrid 2003, p.456.
^abSulla base della numerazione (da I a VI), che inizia con la costituzione della I Iovia, II Herculia (del 285?), III Herculia (del 288), IV Parthica (del 293 circa), V Iovia ed infine VI Herculia, sembrerebbe che la formazione delle legioni I Pontica e la I Noricorum siano avvenute o prima del 285 o dopo il 294. Non a caso troviamo dopo quest'ultima data, la costituzione di tre nuove legioni con numerazione che riparte da I: I Maximiana, II Flavia Constantia Thebaeorum e III Diocletiana. Non si spiegherebbero altrimenti le numerazioni delle legioni V e VI.
^J.R.González, Historia de las legiones Romanas, Madrid 2003, p.471.
^Yann Le Bohec, Armi e guerrieri di Roma antica. Da Diocleziano alla caduta dell'impero, Roma, 2008, pp. 99-100, G. Cascarino & C. Sansilvestri, L'esercito romano. Armamento e organizzazione, Vol. III - Dal III secolo alla fine dell'Impero d'Occidente, Rimini 2009, pp. 53-57.
^G. Cascarino & C. Sansilvestri, L'esercito romano. Armamento e organizzazione, Vol. III - Dal III secolo alla fine dell'Impero d'Occidente, Rimini 2009, pp. 49-69.