Lorenzo de Paolis (Napoli, 4 settembre 1890 – Venegono Superiore, 29 ottobre 1965) è stato un violoncellista, compositore e direttore d'orchestra italiano attivo tra il 1911 e il 1959.
Lorenzo de Paolis nacque in una famiglia di artisti e musicisti. Il padre Luigi, di Roma, suonava e fabbricava mandolini e chitarre ed era titolare della ditta di costruzione e vendita di strumenti musicali “Viscardo Maccolini – Strumenti Musicali in genere”[1], con sede in Via Cesare Correnti 3, a Milano. Lorenzo, fin da bambino, ebbe l'intuizione musicale e i genitori lo iscrissero al Regio Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” di Milano, dove compì gli studi del violoncello sotto la guida del maestro Giuseppe Magrini, ottenendo il diploma di licenza e magistero con premio. Nel 1911, a 21 anni, Lorenzo era già professore ed esecutore. Contemporaneamente al violoncello, si dedicò, prima in Conservatorio e poi privatamente, allo studio del contrappunto e della fuga, avendo per insegnante Carlo Gatti, già compositore e musicologo, poi sovrintendente del Teatro alla Scala (1942 – 1944).
Lorenzo si fece presto notare nell'ambiente culturale milanese del primo Novecento, vantando collaborazioni con i teatri e i direttori d'orchestra italiani più importanti del suo tempo. Fu violoncellista al Teatro alla Scala e al Teatro dal Verme di Milano e ancora al Teatro Ponchielli di Cremona, sotto la direzione dei maestri Victor de Sabata[2], Tullio Serafin[3] e Arturo Toscanini. Sulla pagina di cronaca del giornale "LA VALTELLINA" del 1 maggio 1918, si legge: "Il Prof. Lorenzo de Paolis fu, durante gli anni di studio, l'allievo che dava maggiori soddisfazioni e speranze al maestro Prof. Magrini; speranze, che divennero presto realtà. Benché giovanissimo, egli fu subito primo violoncello dell'orchestra della Scala; ed ora è una colonna della perfetta orchestrina grigio verde diretta dal Maestro Serafin, che si produce spesso a Milano a scopo filantropico e patriottico"[4].
Tra gli anni '10 e gli anni '20 del Novecento, diede numerosi concerti per la YMCA (Young Men's Christian Association), tuttora esistente, a Milano, Como, Cernobbio, Bologna e nel resto d'Italia. Diede anche concerti di beneficenza organizzati dalla Croce Rossa Italiana, dalla Società del Giardino, dal Circolo Filologico Milanese, dal Conservatorio "Giuseppe Verdi" di Milano, dalla Società Salesiana di San Giovanni Bosco, per i militari tubercolotici di Cuasso al Monte, per gli orfani di guerra valtellinesi, per i mutilati e invalidi valtellinesi, per l'Orfanotrofio Maschile Provinciale di Sondrio, per le famiglie povere milanesi, per l'Istituto dei ciechi di Milano e molti altri, per i quali fu insignito di benemerenze. Nel 1920, creò l'orchestra dei Grandi Magazzini La Rinascente, di cui fu direttore artistico dal 1920 al 1929, con esecuzioni trasmesse dalla Unione radiofonica italiana (U.R.I.), antesignana della Rai.
Tra il 1930 e il 1934, fu direttore artistico all'Hotel Principe di Savoia, a Milano. Veniva regolarmente chiamato ad esibirsi nella residenza del Principe Giberto VII Borromeo e del Procuratore del re, Luigi Maggi e più volte alla presenza di Re Vittorio Emanuele III. Ma una delle tappe certamente più significative della vita artistica e personale di Lorenzo fu l'incontro con la famiglia Visconti di Modrone. Dal 1917 al 1924, egli fu insegnante di violoncello del giovane figlio del conte Giuseppe Visconti di Modrone, Luchino[5][6], che poi divenne il regista a tutti noto.
Durante la seconda guerra mondiale, Lorenzo trovò riparo e ultima dimora a Venegono Superiore, nella cui comunità si rese attivo e partecipe, dando concerti e rivestendo il ruolo di direttore del Corpo Musicale Vincenzo Bellini e ancora collaborando a più riprese con il Coro dell'Istituto Missioni Africane dei padri comboniani. Fu insegnante di violoncello e docente di canto corale nelle scuole milanesi[7] per oltre 45 anni (1913 – 1959). Le esibizioni dei suoi allievi, da lui dirette, vennero più volte trasmesse alla radio.
L'8 maggio 1918, sulla pagina dei concerti del giornale "LA VALTELLINA", si trova scritto: "Il prof. Lorenzo de Paolis ha fatto parlare, cantare e piangere il suo violoncello dalla voce umana. Con vero senso d'amore egli ne cavava note vibranti o profonde, melodie gaie come una facezia o lamenti di tristezza quasi nostalgica, un diluvio rapidissimo ed esatto di suoni travolgenti ad una sfumatura sommessa. Fuori programma egli regalò al pubblico plaudente una caratteristica Danza orientale, che può competere con le danze del Poema Sinfonico Africa del maestro Saint-Saëns"[8].
Come compositore, manifestò la sua versatilità spaziando in ogni genere musicale[9], dal repertorio pianistico[10] a quello orchestrale, dalla musica sacra all'operetta, dall'Opera al tango fino alla canzonetta[11] e alla canzone napoletana.
Nell'ottobre del 1934, in occasione della Giornata mondiale del risparmio, un canto da lui composto su testo del poeta Luigi Orsini fu portato in scena al Teatro Dal Verme di Milano da un coro di 700 alunni delle scuole milanesi, accompagnati dall'orchestra e successivamente trasmesso dalla EIAR.
Sposò Amina Bisiach, figlia di Leandro Bisiach, liutaio, ed ebbe sei figli.