Dominique-Octave Mannoni (La Motte-Beuvron, 29 agosto 1899 – Boulogne-Billancourt, 30 luglio 1989[1]) è stato un etnologo, psicoanalista e insegnante francese.
Nato in un paese del Loir-et-Cher da genitori di origine corsa, studiò filosofia a Strasburgo, insegnò in Martinica e in Madagascar, dove ebbe modo di porsi problemi legati al colonialismo, su cui scrisse diversi saggi. Nel 1945 divenne capo del Servizio d'informazioni dell'isola e diresse quindi la "Revue de Madagascar". Dopo la rivolta cominciata nel marzo 1947 e repressa nel sangue, scrisse la Psychologie de la colonisation (1950, riedita nel 1984 con il titolo di Prospero et Caliban), probabilmente la sua opera principale, più tardi criticata da Aimé Césaire e Frantz Fanon. L'autore intanto era tornato in Francia, dove cominciò la pratica analitica seguendo Jacques Lacan e si impiegò in un ospedale psichiatrico di Évreux. Divenne quindi psicoanalista associandosi alla "Société psychanalytique de Paris" (SPP).
Fu marito di Maud Mannoni (1923-1998), con la quale (e con Patrick Guyomard) fondò il "Centre de Formation et de Recherches Psychanalytiques" (CFRP) nel 1985 e collaborò alla collana "L'Espace analytique" presso le Éditions Denoël.
Pur essendo affiliato a Lacan, ed averlo seguito e difeso in mezzo alle polemiche, Mannoni ne fu abbastanza indipendente, arrivando ad aderire all'antipsichiatria degli anni 1980.
Un suo libro su Sigmund Freud (1968) lo rese noto anche in Italia. Si dedicò oltre alla pratica alla psicoanalisi sotto forma letteraria, scrivendo opere d'impianto saggistico e filosofico in forma di narrazione.
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