ADM-160 MALD | |
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ADM-160B, Air Force Armament Museum | |
Descrizione | |
Tipo | missile aerolanciato |
Impiego | inganno radar |
Sistema di guida | Preprogrammata inerziale |
Costruttore | Teledyne Ryan |
Impostazione | 1996 |
Primo lancio | 1999 |
Ritiro dal servizio | 2002 |
Utilizzatore principale | Stati Uniti d'America |
Costo | 30.000 $ |
Altre varianti | ADM-160A MALD ADM-160B MALD ADM-160C MALD-J |
Peso e dimensioni | |
Peso | 45 kg |
Lunghezza | 2,38 m |
Larghezza | 0,65 m |
Diametro | 15 cm |
Prestazioni | |
Gittata | oltre 420 km |
Velocità massima | 0,8 Mach |
Motore | 1 turbogetto Hamilton Sundstrand TJ-50 da 220 N di spinta |
note | I dati in tabella si riferiscono alla versione ADM-160A MALD |
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L'ADM-160 MALD (dove MALD è l'acronimo di "Miniature Air-Launched Decoy") è un missile per inganno radar (decoy) sviluppato dagli Stati Uniti d'America.
Nel 1995 l'agenzia statunitense per lo sviluppo di progetti avanzati di ricerca nell'ambito della difesa, ossia la DARPA, diede inizio al programma Miniature Air-Launched Decoy (MALD) con lo scopo di sviluppare un missile decoy di dimensione e costi ridotti da utilizzare nell'ambito di missioni di soppressione delle difese antiaeree nemiche. Così nel 1996 l'appalto per la realizzazione del missile, battezzato ADM-160A, fu affidato alla Teledyne Ryan (acquisita poi nel 1999 dalla Northrop Grumman) e i primi test di volo furono realizzati nel 1999, con la parte di valutazione e sperimentazione del progetto che terminò nel 2001. L'aeronautica militare statunitense (USAF) pianificò l'acquisizione di diverse migliaia di ADM-160A, ma, nel tempo, tale numero fu drasticamente ridimensionato a causa del lievitare dei costi di ogni singolo missile. Sul finire del 2001 la USAF ordinò 150 ADM-160A per utilizzarli in un programma di sviluppo e dimostrazione dei sistemi (System Development and Demonstration, SDD).[1] Nel gennaio 2002, però, poiché i droni sperimentati non avevano un'autonomia sufficiente a soddisfare i requisiti richiesti o a svolgere le missioni per cui erano stati previsti, la USAF decise di cancellare il programma.[2]
L'ADM-160A è dotato di un sistema chiamato Signature Augmentation Subsystem (SAS) il quale è composto da vari potenziatori radar attivi che coprono un'ampia gamma di frequenze. In questo modo il SAS può simulare la traccia radar di diversi aeromobili, dal B-52 Stratofortress all'F-117 Nighthawk, confondendo e saturando la difesa aerea nemica e concedendo così ai velivoli d'attacco una più alta probabilità di colpire il bersaglio.
Il missile è dotato di alette retraibili in modo da garantire un minore ingombro nel trasporto. Una volta lanciato il missile, le alette vengono dispiegate e un motore turbogetto TJ-50 spinge il missile lungo una rotta predeterminata che può essere composta anche da cento diversi punti di riferimento nello spazio fisico, i cosiddetti waypoint, e lungo la quale è mantenuto da un sistema di navigazione inerziale supportato da un sistema GPS. Sebbene programmata prima che l'aeromobile decolli, la rotta di un missile ADM-160A può essere modificata dal pilota del velivolo in ogni momento precedente al lancio.
Nel corso del 2002, la USAF rinnovò poi il suo interesse nei dispositivi decoy lanciati da aeromobili e diede quindi inizio a una nuova gara d'appalto per dispositivi simili all'ADM-160A ma a più ampia gittata e di maggior autonomia.[2] Così, nella primavera del 2003, il contratto fu concesso alla Raytheon Company.
L'azienda sviluppò quindi l'ADM-160B, simile per configurazione all'ADM-160A, ma più largo e pesante e avente una fusoliera a sezione trapezoidale. Il motore, un Hamilton Sundstrand TJ-150, era una variante più potente del TJ-50.
Il primo esemplare di ADM-160B fu consegnato all'USAF nella primavera del 2009,[3] con un totale previsto di esemplari consegnati che avrebbe dovuto attestarsi attorno ai 1.500.
Nel 2008 la Raytheon si aggiudicò anche il contratto per una versione jamming, denominata MALD-J. Dopo i primi test e le prive revisioni negli anni 2009 e 2010,[4] il primo MALD-J fu consegnato alle forze aeree statunitensi il 6 settembre 2012 e il 24 settembre la Raytheon effettuò un test operativo, realizzando quattro voli su quattro con esito positivo.[5]
Nel novembre 2012, la Raytheon portò a termine test a terra di integrazione delle versioni MALD e MALD-J dell'ADM-160B con l'aeromobile a pilotaggio remoto (UAV) MQ-9 Reaper, al fine di raggiungere una completa integrazione nel 2013 creando l'opportunità di portare avanti missioni di soppressione delle difese antiaeree nemiche a comando remoto.[6] Tale integrazione è poi stata valutata anche per i più piccoli MQ-1 Predator e MQ-1C Grey Eagle, quest'ultimo in dotazione all'esercito statunitense.[7]
Nel maggio 2014, in corrispondenza con il trentatreesimo test positivo su trentatre, la Raytheon ha consegnato il millesimo esemplare della versione MALD-J alle forze aeree statunitensi come parte del quinto lotto di consegna inserito nel contratto e ha anche ottenuto il permesso, da parte del governo, di esportare il missile.[7][8]
Nel dicembre 2014, è stato effettuato un test con un MALD-J dotato di un collegamento dati via radio al fine di poter ricavare informazioni da esso circa la situazione del campo di battaglia circostante, informazioni in base alla quali modificare la rotta del missile durante il volo.[9]
Nell'aprile 2015, sono infine stati completati i test operativi della versione MALD-J, soddisfacendo tutti i requisiti dei 42 test di volo nel corso di due anni.[10]
Nel luglio 2015, la Raytheon ha rivelato di aver sviluppato, assieme all'olandese Fokker Aerostructures e all'italiana Dallara, un nuovo corpo per il missile, a struttura composita, avente un costo di produzione inferiore del 25%. Per realizzare la fusoliera in fibra di carbonio, la Fokker ha utilizzato sistemi robotici invece dei convenzionali sistemi manuali, mentre la Dallara, specializzata nella costruzione di automobili da competizione, ha messo a disposizione le proprie conoscenze tecnologiche nell'ambito della realizzazione di particolari aerodinamici leggeri, quali prese d'aria e rivestimenti. Tale nuovo design è stato adottato a partire dal lotto di consegna numero sette, fornito nel 2015 sulla base di un nuovo contratto vinto dalla Raytheon nel giugno 2014.[7][11]
Il 6 luglio 2012, la Raytheon ha annunciato la realizzazione di una serie di sistemi di integrazione per alloggiare il missile nei F/A-18E/F Super Hornet della marina militare statunitense. Il processo includeva una serie di attività di riduzione del rischio nonché una serie di dimostrazioni tecnologiche.[12]
Il 9 settembre 2015, la Raytheon e il Naval Research Lab hanno annunciato la realizzazione di un'architettura modulare, chiamata CERBERUS, per i carichi da guerra elettronica dei MALD-J. Nel corso di dodici diverse missioni di trasporto è stato dimostrato l'utilizzo di quattro diversi carichi intercambiabili, ognuno realizzato per una specifica missione o minaccia, che possono essere montati sull'aeromobile in meno di un minuto, a seconda del bisogno.[13]
Nel luglio 2016, la Raytheon ha ricevuto un contratto per lo sviluppo di un'evoluzione del MALD-J chiamata MALD-X, che incorpora un dispositivo per la guerra elettronica migliorato, la capacità di volare a bassa quota e un collegamento dati migliorato. A sua volta poi i MALD-X, testati con successo per la prima volta nell'agosto del 2018,[14] saranno trasformati in MALD-N per la marina militare.[15]