Adeodato Piazza, O.C.D. cardinale di Santa Romana Chiesa | |
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Il cardinale Piazza nel settembre 1953. | |
Ut sint unum | |
Incarichi ricoperti |
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Nato | 30 settembre 1884 a Vigo di Cadore |
Ordinato presbitero | 19 dicembre 1908 dal cardinale Aristide Cavallari |
Nominato arcivescovo | 29 gennaio 1930 da papa Pio XI |
Consacrato arcivescovo | 24 febbraio 1930 dal cardinale Basilio Pompilj |
Elevato patriarca | 16 dicembre 1935 da papa Pio XI |
Creato cardinale | 13 dicembre 1937 da papa Pio XI |
Deceduto | 30 novembre 1957 (73 anni) a Roma |
Adeodato Piazza, al secolo Giovanni (Vigo di Cadore, 30 settembre 1884 – Roma, 30 novembre 1957), è stato un cardinale e patriarca cattolico italiano.
Nacque a Vigo di Cadore il 30 settembre 1884 e fu battezzato col nome di Giovanni.
Entrato presto nell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, il 7 agosto 1907 emise a Venezia i voti solenni prendendo il nome di Adeodato di San Giuseppe. Ricevette l'ordinazione sacerdotale il 19 dicembre 1908, a Venezia, per imposizione delle mani del cardinale Aristide Cavallari, patriarca di Venezia.
Fu insegnante di filosofia e teologia e, durante la prima guerra mondiale, cappellano militare.
Dal 1923 al 1929 fu segretario generale dei Carmelitani Scalzi, procuratore generale e consultore della Congregazione dei religiosi.
Per scelta personale di Pio XI, che ne aveva altissima stima, fu eletto arcivescovo di Benevento il 29 gennaio 1930, carica che tenne per cinque anni fino al 1935.[1] Ricevette la consacrazione episcopale il 24 febbraio 1930, nella basilica di Santa Teresa d'Avila a Roma, per imposizione delle mani del cardinale Basilio Pompilj, vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma ed arciprete della basilica di San Giovanni in Laterano, assistito dai co-consacranti monsignori Raffaele Carlo Rossi, O.C.D., arcivescovo titolare di Tessalonica ed assessore della Congregazione concistoriale nonché futuro cardinale, e Pio Marcello Bagnoli, O.C.D., vescovo dei Marsi. Come suo motto episcopale ha scelto Ut sint unum, che tradotto vuol dire "Perché siano una cosa sola" (Giovanni 17, 21).
Papa Pio XI lo elevò al rango di cardinale presbitero nel concistoro del 13 dicembre 1937, allorquando lo stesso Pio XI lo aveva eletto patriarca di Venezia il 16 dicembre 1935. Al momento della nomina e fino alla creazione del cardinale Ernesto Ruffini, Arcivescovo metropolita di Palermo, è stato il porporato italiano più giovane. Nel 1938 pubblicò una lettera pastorale in cui giustificava la legislazione antisemita italiana, affermando tra l'altro: "Sono gli stessi ebrei, con i loro comportamenti, che in ogni tempo e in ogni luogo provocano queste reazioni"[2][3].
Uomo di carattere risoluto, durante il secondo conflitto mondiale ottenne che grosse partite di derrate alimentari giungessero in città; insieme a mons. Olivotti iniziò un'opera di assistenza per migliaia di ragazzi bisognosi di cure e nei mesi più bui si adoperò presso gli alti comandi perché Venezia fosse dichiarata città aperta. In una lettera al cardinale Rossi del 6 dicembre 1943 sulla questione degli ebrei veneziani scrisse: "In particolare apprensione sono i battezzati dichiarati già o che saranno dichiarati in base alla nuova legge, di razza ebraica. Sono certo che la Santa Sede farà tutto il possibile per salvare questi infelici, la cui sorte non può non preoccupare la Chiesa. Per parte mia ho accennato al penoso problema suggerendo moderazione, al console generale di Germania residente a Venezia venuto a farmi visita privata".[4]
Nello stesso mese riuscì a convincere Hermann Göring a non allagare il territorio del basso Piave, azione che avrebbe richiesto lo sgombero di 30 000 abitanti. Il 2 aprile 1945 fu proprio padre Giulio Mappelli, incaricato dal cardinale, ad accompagnare i membri del CLN al comando tedesco dove fu raggiunto l'accordo per l'abbandono di Venezia da parte delle truppe di occupazione. Denunciò, con il vescovo di Trieste e Capodistria Antonio Santin, le barbarie dell'immediato dopoguerra che avvenivano in territorio giuliano, istriano e dalmata.
Il 1º ottobre 1948 papa Pio XII lo nominò segretario della Sacra Congregazione concistoriale, e quindi cardinale vescovo il 14 marzo 1949.
Il 6 novembre 1953 fu presidente della riunione della Conferenza dei presidenti delle regioni conciliari d'Italia, antesignana della Conferenza Episcopale Italiana.
Ai primi di settembre 1954, come legato pontificio, presiedette alla consacrazione della cattedrale di San Paolo, la cui costruzione aveva richiesto alcuni secoli. Della delegazione pontificia facevano parte Orazio Cocchetti, cerimoniere pontificio, il conte Carlo Marini, gentiluomo d'onore addetto al cardinale, Saverio Giacomini, cameriere di spada e cappa;[5] Per l'occasione, il Brasile emise un francobollo da 4,20 cruzeiros.
Morì a Roma il 30 novembre 1957 all'età di 73 anni. Riposa nella basilica romana di Santa Teresa d'Avila.
La genealogia episcopale è:
La successione apostolica è:
Controllo di autorità | VIAF (EN) 61643335 · ISNI (EN) 0000 0001 0907 5090 · SBN LO1V088910 · BAV 495/167354 · GND (DE) 1119623057 · BNF (FR) cb12451732z (data) |
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