Arcidiocesi di Monaco e Frisinga

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Arcidiocesi di Monaco e Frisinga
Archidioecesis Monacensis et Frisingensis
Chiesa latina
 
Stemma della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
Diocesi suffraganee
Augusta, Passavia, Ratisbona
 
Arcivescovo metropolitacardinale Reinhard Marx
Vicario generaleChristoph Klingan
AusiliariWolfgang Bischof[1],
Rupert Graf zu Stolberg[2]
Arcivescovi emeriticardinale Friedrich Wetter
Presbiteri960, di cui 606 secolari e 354 regolari
1.838 battezzati per presbitero
Religiosi462 uomini, 1.461 donne
Diaconi285 permanenti
 
Abitanti3.842.042
Battezzati1.764.540 (45,9% del totale)
StatoGermania
Superficie12.082 km²
Parrocchie747 (40 vicariati)
 
Erezione739
Ritoromano
CattedraleNostra Signora
ConcattedraleSanta Maria e San Corbiniano
Santi patroniSan Corbiniano
IndirizzoPostfach 330360, D-80063 München; Kapellenstr. 4, D-80333 München, Bundesrepublik Deutschland
Sito webwww.erzbistum-muenchen.de
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Germania
La chiesa concattedrale di Frisinga.
Il seminario arcivescovile "San Giovanni Battista" di Monaco.
La sede del museo arcivescovile (Dombergmuseum).
La sede dell'archivio storico dell'arcidiocesi e della biblioteca del capitolo dei canonici.
San Corbiniano dipinto da Jan Polack nel 1489.
Philipp von der Pfalz (vescovo 1499-1551).
Alberto Sigismondo di Baviera (vescovo 1651-1685).

L'arcidiocesi di Monaco e Frisinga (in latino Archidioecesis Monacensis et Frisingensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Germania. Nel 2021 contava 1.764.540 battezzati su 3.842.042 abitanti. È retta dall'arcivescovo cardinale Reinhard Marx.

L'arcidiocesi comprende parte della Baviera meridionale.

Sede arcivescovile è la città di Monaco di Baviera, dove si trova la cattedrale dedicata alla Vergine Maria (Frauenkirche). A Frisinga sorge la concattedrale di Santa Maria e San Corbiniano.

Nel territorio sono presenti anche quattro basiliche minori: la basilica dell'Assunta a Tuntenhausen, la basilica dell'Assunta e della Santa Croce a Scheyern, la basilica dei Santi Martino e Castulo a Landshut, e la basilica di Nostra Signora Assunta a Ettal.

Il territorio si estende su 12.082 km² e comprende 747 parrocchie, raggruppate in tre regioni pastorali e 40 decanati.

Provincia ecclesiastica

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La provincia ecclesiastica di Monaco e Frisinga, istituita nel 1818, comprende le seguenti suffraganee:

La regione della Baviera, in epoca romana, faceva parte della provincia della Raetia secunda, cristianizzata a partire dal IV secolo, ed era interamente sotto la giurisdizione dei vescovi di Augusta. La fine dell'impero romano e l'occupazione della tribù dei Bavari mise in crisi l'organizzazione ecclesiastica. I Bavari furono cristianizzati tra VI e VII secolo, anche se poco si conosce dei missionari che evangelizzarono il territorio in questo periodo.

Nell'anno 716 san Corbiniano vescovo giunse in Baviera per dare un'organizzazione alla Chiesa locale. Eresse un monastero su una collina presso Frisinga. L'organizzazione fu portata a termine da san Bonifacio, che eresse diverse diocesi nel 739, tra cui quella di Frisinga. Inizialmente era suffraganea dell'arcidiocesi di Magonza, ma nel 798 entrò a far parte della provincia ecclesiastica di Salisburgo.

Nel 769 il vescovo Atto (784-810), quando era abate di Scharnitz, fondò il monastero d'Innichen (San Candido), nel Tirolo meridionale, che all'epoca faceva parte della diocesi di Frisinga. Il monastero fu il punto di partenza di missionari bavaresi per l'evangelizzazione delle tribù slave, fino alla Pannonia, alla Boemia e alla Moravia. Quando nel IX secolo san Metodio giunse in Moravia, sorsero conflitti di giurisdizione su queste terre: il vescovo Anno di Frisinga (854-875) partecipò all'arresto di Metodio e al processo contro di lui.

Tra i vescovi del X secolo, si distinse in particolare la figura di Lamberto (938-957), venerato come santo dalla Chiesa cattolica (19 settembre). In un periodo difficile, a causa dell'incertezza causata dalle continue incursioni degli Ungari, a lui si attribuisce la liberazione dagli invasori. Seppe accrescere i beni della Chiesa di Frisinga, condurre scrupolosamente la gestione amministrativa e finanziaria della sua diocesi, costruire chiese e cappelle.

Altra figura di rilievo è il beato Ottone (1138-1158), che più di ogni altro vescovo seppe introdurre nella sua diocesi la riforma gregoriana, mirata in particolare a riformare il capitolo dei canonici della cattedrale, il clero e i monasteri.

Dal 1220 i vescovi di Frisinga furono riconosciuti ufficialmente dall'imperatore principi-vescovi dell'impero. Il territorio su cui i vescovi esercitavano il potere temporale e la piena sovranità, e che godeva dell'immediatezza imperiale, comprendeva diversi territori all'interno e all'esterno della diocesi: tra questi la città di Frisinga, la zona ad est del fiume Isar da Frisinga fino a Ismaning inclusa, la signoria di Burgrain e la contea di Werdenfels.

Tra XVI e XVIII secolo i vescovi di Frisinga furono titolari contemporaneamente di diverse sedi tedesche, prassi diffusa in questi secoli nei territori imperiali. Diversi vescovi si distinsero per le loro attività in campo culturale e artistico. Johann Franz Eckher von Kapfing (1696-1727) consacrò più di 170 chiese nel corso delle sue numerose visite pastorali, incaricò il benedettino Karl Meichelbeck di scrivere la Historia Frisingensis e fece restaurare la cattedrale nel 1724, in occasione del millenario della diocesi.

Con la fine del Sacro Romano Impero Germanico e la Reichsdeputationshauptschluss (1803), il principato ecclesiastico di Frisinga fu secolarizzato, mentre la diocesi visse un lungo periodo di sede vacante, durante il quale subì ingenti danni al suo patrimonio.

In seguito al concordato del 1817 tra il regno di Baviera e la Santa Sede,[3] la sede vescovile fu trasferita a Monaco ed elevata al rango di arcidiocesi metropolitana con il nome attuale: alla nuova provincia ecclesiastica furono assegnate come suffraganee le diocesi bavaresi di Augusta, Passavia e Ratisbona. Queste disposizioni furono sancite il 1º aprile 1818 con la bolla Dei ac Domini Nostri di papa Pio VII, che prevedeva inoltre che la nuova arcidiocesi incorporasse tutti i territori bavaresi della soppressa diocesi di Chiemsee, e parte di quelli dell'arcidiocesi di Salisburgo e della prepositura di Berchtesgaden.[4] La bolla stabilì in 360 il numero totale delle parrocchie dell'arcidiocesi.

Il primo arcivescovo, Lothar Anselm von Gebsattel, eletto nel febbraio 1818, dovette aspettare fino al 15 agosto 1821 per poter essere consacrato, a causa di contrasti sull'applicazione del concordato.

Il 9 febbraio 1914 acquisì una piccola porzione di territorio dalla diocesi di Augusta.[5]

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Frisinga

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Arcivescovi di Monaco e Frisinga

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L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 3.842.042 persone contava 1.764.540 battezzati, corrispondenti al 45,9% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 1.744.574 2.057.220 84,8 2.106 1.327 779 828 1.076 7.537 551
1970 2.288.085 2.854.354 80,2 1.719 1.464 255 1.331 713 8.007 614
1980 2.200.000 2.900.000 75,9 1.717 1.235 482 1.281 35 751 5.808 753
1990 2.090.078 2.924.904 71,5 1.547 1.112 435 1.351 105 646 4.783 755
1999 1.901.570 3.269.000 58,2 1.359 944 415 1.399 157 594 3.512 755
2000 1.885.350 3.304.000 57,1 1.351 931 420 1.395 169 588 3.218 756
2001 1.874.835 3.343.000 56,1 1.349 938 411 1.389 174 604 3.085 757
2002 1.855.153 3.392.400 54,7 1.362 936 426 1.362 188 621 3.017 757
2003 1.840.425 3.415.000 53,9 1.355 928 427 1.358 193 617 2.926 757
2004 1.824.758 3.425.000 53,3 1.344 915 429 1.357 193 608 2.726 757
2013 1.759.896 3.603.361 48,8 1.216 806 410 1.447 255 539 2.159 748
2016 1.732.342 3.683.770 47,0 1.136 749 387 1.524 270 516 1.832 748
2017 1.722.180 3.749.860 45,9 1.089 720 369 1.581 270 487 1.712 747
2019 1.740.300 3.789.351 45,9 1.035 682 353 1.681 263 466 1.673 747
2021 1.764.540 3.842.042 45,9 960 606 354 1.838 285 462 1.461 747

Galleria fotografia

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  1. ^ Vescovo titolare di Nebbi.
  2. ^ Vescovo titolare di Sassura.
  3. ^ Testo in: Angelo Mercati (a cura di), Raccolta di concordati su materie ecclesiastiche tra la Santa Sede e le Autorità Civili, Roma 1919, pp. 591-597.
  4. ^ Per la variazione dei confini meridionali della Baviera, porzioni minori di territorio erano stati ceduti alla stessa arcidiocesi di Salisburgo e alla diocesi di Bressanone.
  5. ^ Immutatio finium dioecesum, AAS 6 (1914), p. 188
  6. ^ Primo vescovo a stabilirsi nella regione.
  7. ^ Il 6 febbraio 1404 fu nominato arcivescovo di Salisburgo, ma questa elezione non ebbe effetto.
  8. ^ Eletto in giovanissima età (14 anni), non ricevette mai gli ordini sacri; a 17 anni, si dimise a favore del fratello per potersi sposare.
  9. ^ Fratello del precedente, non ricevette mai la consacrazione episcopale. Ziegler, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XVIII, Paris, 1977, col. 1197.
  10. ^ Aveva 6 anni quando fu eletto vescovo di Frisinga; nel 1573 fu eletto vescovo di Hildesheim, nel 1581 di Liegi e nel 1585 di Münster; due anni primi era stato eletto arcivescovo metropolitano di Colonia.
  11. ^ Il 3 giugno 1669 fu nominato vescovo di Ratisbona cum retinendi ecclesia Frisingensis (Eubel IV, p. 190, nota 4).
  12. ^ Il 4 novembre 1685 succedette ad Alberto Sigismondo anche sulla sede di Ratisbona; il 20 novembre 1688 fu nominato arcivescovo di Colonia.
  13. ^ Già vescovo di Ratisbona, sede che mantenne assieme a quella di Frisinga (Eubel, V, p. 205, nota 5).
  14. ^ Il 4 maggio 1764 fu nominato anche vescovo di Ratisbona mantenendo assieme quella di Frisinga (Eubel VI, p. 352).
  15. ^ Eubel VI, p. 414, nota 3.
  16. ^ Vescovo di Ratisbona, fu nominato amministratore di Frisinga. Eubel VI, pp. 219 (nota 4) e 352 (nota 4).
  17. ^ Il 21 giugno 1790 fu nominato anche amministratore apostolico di Ratisbona. Eubel VI, pp. 219 (nota 5) e 352-353 (nota 5).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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