Figlio dei casamassimesi Donato e Lucrezia Nanna, Enzo Fiermonte visse la sua infanzia, con genitori, fratelli e sorelle a Casamassima. Da adolescente, visse alcuni anni a Bari, dove la sua famiglia si era trasferita alla ricerca di migliori condizioni di vita.[1]
Pugile professionista, conquistò grande fama tra la fine degli anni venti (il suo esordio avvenne a Roma il 22 novembre 1925 opposto ad Alfredo Venturi in un match senza verdetto) e i primi anni trenta. Ha combattuto tra i pesi medi e ha reso appassionanti le sue sfide con Mario Bosisio, contro cui perse il primo incontro il 1º marzo 1931 a Milano (in un incontro valido per il titolo italiano ed europeo), battendolo però nella rivincita, svoltasi a Roma il 19 ottobre 1931 alla presenza di Benito Mussolini, e conquistando così il titolo tricolore. Enzo Fiermonte combatté in anni in cui il pugilato era in Italia molto popolare, forse quanto il calcio.
La svolta che cambiò la vita al pugliese, ormai romano d'adozione, avvenne nel 1932, quando conobbe, mentre entrambi solcavano l'oceano a bordo di un lussuoso transatlantico, Madeleine Force Astor Dick; la Force era la ricca vedova del miliardario americano John Jacob Astor IV, scomparso nel disastro del Titanic, e era di 15 anni più anziana di quello che negli anni Venti divenne famoso come il Bello del ring; la donna s'invaghì di Fiermonte, spezzandone definitivamente la carriera. Per lei, Fiermonte chiese e ottenne il divorzio dalla prima moglie, Tosca Manetti, da cui aveva avuto il figlio Giovanni.
Fiermonte, quindi, per sposare il 27 novembre 1933 la Force, si allontanò per due anni dal quadrato, rinunciando alla sfida iridata con Marcel Thil e abbandonando il titolo italiano dei medi conquistato contro Bosisio. Il matrimonio gli aprì le porte di una nuova e fastosa esistenza che lo portò a stabilirsi in una sontuosa villa a Hollywood e a vivere di rendita. Questa unione durò poco meno di cinque anni – i due coniugi divorziarono l'11 giugno 1938 – e a quel punto Fiermonte volle sfruttare sino in fondo i propri tratti maschi e accattivanti, la sua straordinaria fotogenia, il suo ancora notevole vigore fisico e l'ulteriore fama raggiunta per questa movimentata e chiacchierata storia d'amore. Successivamente al divorzio dalla Force, Fiermonte iniziò un'altra storia d'amore, con l'ereditiera americana Caroline Leiper, che però si concluse ben presto a seguito del suo ritorno in Italia.
Si convinse, infatti, a iniziare una carriera d'attore cinematografico in un periodo in cui il fascismo, prossimo a entrare in guerra con gli Stati Uniti, era prontissimo ad accogliere il suo figliol prodigo. Fiermonte aveva del resto da tempo chiuso con i guantoni, salendo inutilmente sul quadrato in un ultimo svogliato incontro, risoltosi in una sconfitta, contro Les Kennedy, il 21 settembre 1934 al Legion Stadium di Hollywood. Da professionista, Fiermonte aveva sostenuto 56 volte combattimenti vincendone 43, di cui 10 prima del limite.
Il suo fisico prestante e la sua duttilità atletica – a differenza di altri pugili-attori come Spalla, Carnera e più tardi Mitri, seppe cimentarsi anche in altre discipline come l'equitazione ed il tennis – gli consentirono di partecipare in rapida successione a diversi film di cappa e spada, e di genere pugilistico.
Negli stessi anni del suo rientro in Italia conobbe a un ricevimento l'aristocratica Giulia del Rio, giovanissima vedova ventiduenne di oltre dieci anni più giovane, con la quale allacciò una lunga relazione amorosa che non poté concludersi con il matrimonio a causa del veto imposto dalla famiglia di lei.
Fiermonte non seppe tuttavia mai uscire dallo stereotipo di attore aitante, muscoloso e scanzonato ma scarsamente dotato dal punto di vista artistico: nonostante la partecipazione a decine e decine di lungometraggi, con il passare degli anni le sue apparizioni cinematografiche si limitarono a ruoli spesso senza pretese.
Fu anche scritturato da Luchino Visconti nel ruolo d'allenatore di pugilato in Rocco e i suoi fratelli e continuò a partecipare a svariati film sino al 1979.
Complessivamente, Fiermonte prese parte a oltre 100 pellicole, ricorrendo talvolta a pseudonimi, tra i quali William Stockridge e Glenn Foster.
Fiermonte tentò anche la strada della regia, con lo pseudonimo di William Bird, nel film del 1946L'atleta di cristallo (girato a Bari, città della sua giovinezza), ma con esiti poco felici: la pellicola fu stampata in 29 copie e risulta ad oggi introvabile.[2]
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