Esistevano dei "ciambellani del re" come Jean de Gaillonet, cavaliere che sposò Margherita di Meudon, o Giovanni VI de Hangest, consigliere-ciambellano del re e governatore della Bretagna.
La carica era molto antica,[1] se si considera che era stata una sorta di fusione tra quelle di ciambellano propriamente detta e quella di chambrier, soppressa da Francesco I nell'ottobre del 1545.
Il gran ciambellano traeva la sua importanza dall'avere permanentemente accesso alla camera del re, prerogativa simbolizzata dalla chiave d'oro che egli portava con sé e che divenne l'insegna araldica della dignità del Gran ciambellano: essi portavano al collo due chiavi d'oro, con anelli all'estremità dell'impugnatura che finivano con una corona reale, dietro la loro arme personale.[2]
Così, sotto il regno di Luigi XIV, il gran ciambellano occupava il secondo posto nel ricevimento degli ambasciatori, serviva il re a tavola e portava a lavare la sua camicia.
Il gran ciambellano firmava i documenti importanti e assisteva con il re al giudizio del pari. Egli aveva la custodia del sigillo segreto e del timbro del Governo. Riceveva gli omaggi resi alla Corona, faceva prestare i giuramenti di fedeltà alla presenza del re. La sua funzione essenziale era il suo ruolo al momento dell'incoronazione
Il giorno dell'unzione egli aveva l'incarico di ricevere i Pari nella camera del re: i pari ecclesiastici bussavano alla porta chiusa, il gran ciambellano domandava loro che cosa cercassero ed essi rispondevano che cercavano il re. Il gran ciambellano apriva quindi loro la porta. Durante la Messa dell'unzione, il gran ciambellano riceveva gli stivaletti regali che gli dava l'abate di Saint-Dénis e li faceva calzare al re. Nello stesso modo egli dava al re la dalmatica e il mantello regale. A tutte le cerimonie egli presenziava come grande ufficiale della corona di Francia. Portatore del gonfalone, aveva un rango tra il Gran maestro di Francia e il Grande scudiero di Francia. Nei lit de justice, egli era assiso ai piedi del re.