Tupolev ANT-37 (DB-2) | |
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L'ANT-37/DB-2 fotografato nel 1937 | |
Descrizione | |
Tipo | bombardiere |
Equipaggio | 3 |
Progettista | OKB 156 Tupolev |
Costruttore | OKB 156 Tupolev |
Data primo volo | 16 giugno 1935 |
Utilizzatore principale | Aeroflot |
Esemplari | 4 |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 15,00 m |
Apertura alare | 31,00 m |
Altezza | 5,20 m |
Superficie alare | 85,00 m² |
Peso a vuoto | 5 800 kg |
Peso carico | 9 456 kg |
Peso max al decollo | 11 500 kg |
Propulsione | |
Motore | 2 radiali M-85 |
Potenza | 800 CV (588 kW) ciascuno |
Prestazioni | |
Velocità max | 342 km/h |
Autonomia | 5 000 km |
Tangenza | 7 400 m |
Armamento | |
Bombe | 1 000 kg |
Note | dati relativi alla versione ANT-37 |
i dati sono estratti da Уголок неба[1] | |
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Il Tupolev ANT-37 (in caratteri cirillici Туполев AHT-37), noto anche come Tupolev DB-2 (in cirillico Туполев ДБ-2) , era un bombardiere bimotore ad ala bassa progettato dall'OKB 156 diretto da Andrej Nikolaevič Tupolev[2], all'interno di un gruppo di lavoro diretto da Pavel Osipovič Suchoj[3], e sviluppato in Unione Sovietica negli anni trenta.
Non venne avviato alla produzione in serie ma tre esemplari vennero utilizzati nella ricerca e nel conseguimenti di alcuni primati di volo.[2]
A causa della sua paternità progettuale è alle volte indicato anche come Sukhoi ANT-37 o DB-2.
Nel 1934 l'ufficio di progettazione (OKB) diretto da Andrej Tupolev aveva sviluppato, sotto la guida di un gruppo di progettazione diretto da Pavel Suchoj, un nuovo modello di bombardiere a lungo raggio, il monomotore ANT-36 o DB-1 (citato anche come RD-VV (РД-ВВ)[1]), basato sul precedente ANT-25.[4] La costruzione del nuovo velivolo venne interrotta per le mutate specifiche richieste dal governo sovietico che prevedevano la possibilità di trasportare un carico bellico pari a 1 000 kg di bombe ad una distanza di 5 000 km e ad una velocità di 250 km/h.[1]
Per poter meglio rispondere alle specifiche si convertì il progetto originale, monomotore con il gruppo motoelica posizionato all'estremità anteriore della fusoliera, ad una configurazione a due motori posti sul bordo d'attacco di ciascuna semiala.[1]
Il prototipo venne equipaggiato con una coppia di radiali M-25, copia dei francesi Gnome-Rhône 14K, capaci di erogare una potenza pari a 800 CV e portato in volo il 16 giugno 1935.[1]
Lo sviluppo, proseguito con le successive prove di volo, si interruppe a causa di un incidente dovuto ad un cedimento strutturale della fusoliera dietro al bordo d'uscita alare e che ne causò la distruzione. Gli accertamenti tecnici che ne seguirono, grazie anche alle testimonianze del pilota collaudatore K. K. Popov e l'ingegnere capo elettricista M. M. Egorov che riuscirono a salvarsi, imputarono il problema ad un difetto di fabbricazione dell'elemento orizzontale dell'impennaggio che provocava una vibrazione all'atto del sollevamento dello stabilizzatore e che trasmetteva onde di risonanza alla struttura.[1]
La causa dell'incidente, non prevedibile in fase di progettazione, permise un più dettagliato studio al fine di conseguire la completa eliminazione di questi effetti dannosi sui nuovi modelli.[1] Nello specifico nei tre esemplari costruiti successivamente[4] si irrobustì parte della cellula del velivolo con la conseguenza di innalzarne parzialmente il peso complessivo. Il modello, che assunse la designazione DB-2B o ANT-37bis[4], venne nuovamente testato nel 1936 presso l'Istituto di ricerca delle Forze aeree (НИИ ВВС) ma non riuscì a soddisfare le specifiche raggiungendo, nelle condizioni di carico e di autonomia richieste, una velocità media di soli 213 km/h. Per questo motivo il progetto venne scartato in favore dell'llyushin DB-3[4] e lo sviluppo interrotto.[1]
Tra il 24 ed il 25 settembre 1938 l'equipaggio tutto femminile composto dal comandante Valentina Stepanovna Grizodubova, il copilota Polina Denisovna Osipenko e navigatore Marina Michajlovna Raskova, ai comandi di un ANT-37bis battezzato in russo Родина?, Rodina (terra natale), stabilì un record mondiale di distanza per equipaggi femminili percorrendo i 5 908 km che separavano Mosca da Kerbi, nell'estrema regione orientale dell'Unione Sovietica prima di effettuare un atterraggio d'emergenza.[4] Per questa impresa le partecipanti, tra le prime donne sovietiche, si sono aggiudicate il titolo di Eroe dell'Unione Sovietica.[5]
Gli esemplari sopravvissuti operarono durante la seconda guerra mondiale con la compagnia aerea di bandiera Aeroflot o come laboratori volanti per progetti di ricerca.[4].