Come avvenne per la maggior parte degli operatori alle origini del cinema, i primi lavori di Vitrotti furono delle vedute, dei documentari illustrativi e le riprese cosiddette “dal vero” filmate nel 1905: Briganti in Sardegna, La corsa di Brescia, Le corse a Mirafiori. Nel 1906 realizzò, fra gli altri i film La corsa Susa-Moncenisio, Il Concorso Ippico di Torino, Manovre Alpine,Regina a Gressoney e, con tutta probabilità, i primi filmati pubblicitari italiani: Estratto di carne e Seccotine. Nel luglio del 1907 Vitrotti si sposò con Angela Ercules ed ebbero quattro figli: il primo Virgilio (1908-1928), Felicita "Tina" (1911-1953), che esordì anch'essa nel mondo del cinema col nome d’arte di Mary Dorian, l'operatore e regista Giovanni Alberto "Gianni" (1922-2009), che ebbe un’importante carriera di operatore, e l'operatore Franco (1923-2011).
Nel 1908 Giovanni si recò a Messina per filmare le rovine provocate dal terremoto. Per il suo documentario Industria del legno nel Cadore (1909) ottenne il Gran diploma d'onore e la Medaglia d'oro del Re. Per lo stesso film, nel 1910, all'esposizione universale di Bruxelles gli venne assegnata la Medaglia d'oro del Re dei Belgi. Vitrotti ricordava spesso questo lavoro, era sua convinzione di essere stato il primo ad applicare per questo film la tecnica della carrellata, sfruttando le zattere in movimento sul fiume; giornalisti e colleghi, tra cui Giovanni Pastrone, lo chiamarono l'inventore della carrellata[1]. A Torino avvicina spesso in qualità di operatore e fotografo i membri della casa reale, documenta la loro vita istituzionale, privata e mondana godendo della stima della Regina d'Italia Elena di Savoia, appassionata di fotografia[2]. Per conto dell'Ambrosio nel 1910 venne inviato in Russia per girarvi dei film nel grande teatro di posa della Thiemann & Reinhardt[3]. Dopo il rientro da questo viaggio, passò prima da Malta per realizzare un reportage cinematografico, poi si fermò in Turchia e a Tunisi. Nell’estate 1911 infine ripartì per il secondo viaggio in Russia. Un ritorno che si dimostrò molto proficuo per i documentari di attualità, ripresi a volte in maniera rischiosa e rocambolesca. I travelogues vennero realizzati a Mosca, Tbilisi, Baku, Ani, Erevan e nelle zone turche dell’Ararat. Documentò usi e costumi delle popolazioni tartare e cosacche e si spinse fino in Persia[4].
In quel periodo, i due figli Franco e Gianni Alberto cominciarono a lavorare nel cinema sotto la guida del padre. Con entrambi i figli cresciuti alla sua scuola, Giovanni produsse numerosi documentari didattici, folcloristici e culturali, che ottennero premi e riconoscimenti ai festival internazionali di Venezia, Berlino ed Edimburgo. Nel dopoguerra egli pone, poi, seppure non accreditato, la sua firma di operatore alla edizione italiana di Don Camillo del regista Duvivier. La pellicola è interpretata da Fernandel e Gino Cervi. Negli ultimi anni della sua vita, in qualità di presidente dell’ “Associazione dei Pionieri del Cinema”, è impegnato in una battaglia civile, si batte per il diritto alla pensione per attori ed artisti del cinema[6]. Dopo un fecondo e lungo lavoro dietro la macchina da presa, Giovanni Vitrotti si spense a Roma il 1 dicembre 1966. Così venne a mancare all'età di 84 anni uno dei maggiori pionieri e operatori italiani del cinema che si ricorda e si celebra non solo per una carriera di grandi collaborazioni, ma anche e soprattutto per le sue idee acute e innovative[7].
^M. Vascon Vitrotti, Il Mestiere totalizzante, in "Griffithiana", n.26-27, Le Giornate del Cinema Muto: [Pordenone 29 settembre – 4 ottobre 1986], Gemona, Cineteca del Friuli, p. 42
^"[...] Mi narrò infine un bizzarro episodio avvenuto al castello di Racconigi (Cuneo) dove era stato invitato dalla regina Elena di Savoia che coltivava la passione per la fotografia e che voleva da lui - benché giovane già una autorità in materia - dei consigli tecnici. Mentre si accingeva a sviluppare ed a stampare alcune fotografie nella camera oscura approntata in uno stanzino illuminato soltanto da una lampadina rossa, in compagnia della regina, bussò alla porta il re, al quale fu ovviamente impedito l'ingresso per non avere i negativi roivnati dalla luce. Vittorio Emanuele passeggiò a lungo avanti e indietro e poi sbottò in piemontese: "L'as non finì?". R. Chiti, Un ricordo di Vitrotti, in "Griffithiana", n.26-27, p. 45.
^Vitrotti raggiunge Mosca probabilmente già nel 1909. Cfr. Vittorio Martinelli, L'uomo con la macchina da presa, in "Griffithiana", n.26-27, p. 15.
^Si ritiene Vitrotti essere il primo operatore cinematografico nella regione del Caucaso. Cfr. J. Prokopenko, "Giovanni Vitrotti and other exotic Aesthetes", in Journal of Film Preservation; Vol. 25, Fasc. 53, (Nov 1996), Bruxelles, 17-20.
^"Stravedeva per il suo lavoro, credeva nell'amicizia, nella solidarietà tra la gente del cinema. Quando lavorava a Berlino, dove era tutelato e ben quotato, aveva impostato un'opera di spontanea mutualità verso i lavoratori cinematografici italiani che si trovavano a cercare affermazione professionale in quel paese: Blasetti fu ospite a casa sua, a Charlottenburg che era il sobborgo-bene di Berlino. Aiutò ad inserirsi nella produzione tedesca [...] molti colleghi, ad esempio Albertini, o Gambino." M. Vascon Vitrotti, op. cit. , p. 40.
M. A. Prolo, “Un operatore italiano in Russia”, in Cinema, n. 125, 1941, p. 154-157.
M. Vascon Vitrotti, Un pioniere del cinema: Giovanni Vitrotti, Trieste, G. Coana & figli, 1970.
A. Frusta, “I ricordi di uno della pellicola”, in Bianco e Nero, n. 2, 1953, p. 32-40.
Fascicolo speciale di “Griffithiana” prevalentemente dedicato a Giovanni Vitrotti; Griffithiana n.26-27, Le Giornate del Cinema Muto: [Pordenone 29 settembre – 4 ottobre 1986], Gemona, Cineteca del Friuli, p. 7-63.
AA.VV.,“La dinastia dei Vitrotti”, in Enciclopedia monografica del Friuli-Venezia Giulia, vol. 3.4 “La Storia e la Cultura”, 1981, Udine, Istituto per l'Enciclopedia del Friuli-Venezia Giulia, p. 2236-2239.
M. Bernardo (a cura di), Quel ‘Vitruttin’ di casa Ambrosio, in “40. Anniversario”, 1990, p. 36-41.
J. Prokopenko, "Giovanni Vitrotti and other exotic Aesthetes", in Journal of Film Preservation; Vol. 25, Fasc. 53, (Nov 1996), Bruxelles, 17-20.
E. Vitrotti, Giovanni Vitrotti 1882-1966: pioniere del cinema, Trieste, 2000 (Stampato in occasione della presentazione delle opere dell'Archivio Vitrotti, realizzata in collaborazione con la Cineteca Regionale del Friuli Venezia Giulia).
AA.VV. (a cura di Richard Abel), "Giovanni Vitrotti", in Encyclopedia of Early Cinema, Abingdon-Oxfordshire, Taylor & Francis Ltd, 2005.