Attivo principalmente in teatro, proponeva spettacoli caratterizzati da una forte connotazione comica, rifacendosi alle commedie brillanti, surreali e oniriche. Poli recitava spesso en travesti.
Figlio di un carabiniere e di una maestra,[1] fratello di Lucia Poli nonché zio del musicista Andrea Farri (compositore di colonne sonore cinematografiche), dopo aver conseguito all'Università di Firenze la laurea in letteratura francese (con una tesi su Henry Becque) cominciò ad affermarsi intorno agli anni cinquanta: i primi esordi furono nei piccoli teatri cittadini, come a La Borsa di Arlecchino di Genova, piccolo teatro d'avanguardia in via XX Settembre (nato anche grazie ad Aldo Trionfo).
Qui Poli iniziò a farsi notare per la sua pungente ironia, il suo garbato istrionismo, la sua vena poetica e surreale contornata da momenti comici e giochi linguistici apprezzati anche da capocomici illustri come Tina Pica e Polidor, con i quali ebbe modo di lavorare[senza fonte][2]. Nei primi anni sessanta fu protagonista di una trasmissione televisiva sulla Rai in cui leggeva delle favole per bambini, tratte da Esopo e da famosi racconti letterari. Lavorò inoltre con Sandra Mondaini in Canzonissima e fu testimonial del Bitter Campari all'interno di Carosello.
Rifiutò, come lui stesso raccontava, una parte in 8½ propostagli dall'amico Federico Fellini.[3] Rarissime furono le sue apparizioni cinematografiche, con l'eccezione della sua partecipazione al documentario a tematica omosessuale Felice chi è diverso (2014) di Gianni Amelio. Fu proprio lui, sul finire degli anni sessanta, a scoprire un giovanissimo Marco Messeri: i due collaboreranno continuativamente negli anni a venire.
Diresse come regista e fu principale attore di varie opere teatrali, fra cui Aldino mi cali un filino, Caterina De Medici, L'asino d'oro, I viaggi di Gulliver, La leggenda di San Gregorio, Il coturno e la ciabatta, La nemica, Sillabari e soprattutto Rita da Cascia, che, dando una lettura comica e irriverente della storia di Santa Rita, diede vita a molte polemiche, con Oscar Luigi Scalfaroche presentò un'interrogazione parlamentare sul caso.[senza fonte][4]
Recitò anche in vari audiolibri, tra cui un'edizione di Pinocchio, edita nel 1968 da Fratelli Fabbri Editori e composta da 21 dischi a 45 giri, e l'audiolibro integrale delle ricette di Pellegrino Artusi, edito da Emons Audiolibri per un totale di quasi 25 ore. Coltivò inoltre la carriera di cantante, pubblicando un primo singolo nel 1960 e in seguito diversi album veri e propri.
Come da lui stesso raccontato in convegni pubblici sulla sua personalità artistica,[6] Poli visse da non-sfollato la Firenze dell'occupazione nazista, cominciando nei primi anni quaranta ad approfondire la propria passione per il travestimento, anche in occasione di balli pubblici. In Italia, fu uno dei primi personaggi pubblici dichiaratamente omosessuali.[7][8][9]
Affermò di essere favorevole ai matrimoni omosessuali, pur considerandoli "noiosi" e non essendo personalmente interessato a usufruire del diritto.[10]
La sorella Lucia è attrice teatrale e cinematografica, e il nipote Andrea Farri compositore.[11]
Ida Omboni e Paolo Poli, Rita da Cascia, Milano Libri, Milano (1967)
Ida Omboni e Paolo Poli, Carolina Invernizio, Milano Libri, Milano (1970)
Paolo Poli, Telefoni bianchi e camicie nere (contiene i testi degli spettacoli L'uomo nero e Femminilità di Ida Omboni e Paolo Poli), Garzanti, Milano (1975)
Ida Omboni e Paolo Poli, Giallo!, A. Mondadori, Milano (1977)
Ida Omboni e Paolo Poli, Mistica..., Editori del Grifo, Montepulciano (1980)
Ida Omboni e Paolo Poli, Giuseppe Giuseppe! - filastroccario verdiano, Editori del Grifo, Montepulciano (1981)
Paolo Poli, Siamo tutte delle gran bugiarde. Conversazione con Giovanni Pannacci, Giulio Perrone editore, Roma (2009)
Paolo Poli con Pino Strabioli, Sempre fiori mai un fioraio. Ricordi a tavola, Rizzoli, Milano (2013)
Paolo Poli, Alfabeto Poli, a cura di Luca Scarlini, Einaudi, Torino (2013)
^Per esempio nell'incontro a lui dedicato nel ciclo "I Comici e il Potere", Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Genova, a cura della professoressa Margherita Rubino, 2004
«Un'ultima cosa: ha sempre detto di essere contrario ai matrimoni gay: «"Caro, l'hai messo tu il sale nell'acqua? Bene, così non la salerò un'altra volta". Noiosi». Ma la domanda è: non crede che anche i gay dovrebbero avere il diritto di essere banali e noiosi? «Va bene. Andai al Comune di Firenze a firmare sì per l'aborto e se c'è l'occasione andrò a firmare sì per i matrimoni gay. Anche per fare un dispetto al Papa. Che fa così il moderno e poi dice: “Eh no, quello no. Eh no, quell'altro no”»»
Rodolfo di Gianmarco, Paolo Poli, Gremese Editore, Roma 1985.
Andrea Jelardi, Queer Tv-omosessualità e trasgressione nella tv italiana, prefazione di Carlo Freccero, Croce, Roma, 2006.
Andrea Jelardi (a cura di), In scena en travesti-Il Travestitismo nello spettacolo italiano, con divagazioni di Vittoria Ottolenghi, Croce, Roma 2009 (contiene un'intervista di Gianluca Meis a Paolo Poli e un capitolo dedicato a Paolo Poli)
Eva Marinai, Gobbi, dritti e la satira molesta. Copioni di voci, immagini di scena (1951-1967), ETS, Pisa 2007.
Teresa Megale, Paolo Poli l'attore lieve. Un percorso a rebours da 'Sillabari' a 'Rita da Cascia', Bergamo, Litostampa Istituto Grafico Bergamo, 2009