Susan Glaspell (Davenport, 1º luglio 1876 – Provincetown, 27 luglio 1948) è stata una scrittrice, giornalista e drammaturga statunitense.
Susan Glaspell nacque nel 1876 da Elmer Glaspell, agricoltore e Alice Keating, insegnante. Trascorse la sua infanzia in un ambiente rurale, dove ebbe contatti anche con la popolazione indiana Sauk.[1]
Il suo corso di studi si svolse dapprima alla scuola pubblica di Davenport e poi alla Drake University, nella quale si mise in evidenza sia per il rendimento scolastico sia per le sue idee innovative.[1]
Durante la sua carriera letteraria si occupò di giornalismo, scrisse nove romanzi, una cinquantina di brevi racconti, però deve la sua notorietà soprattutto all'attività teatrale racchiusa in quindici lavori.[2]
Il suo primo romanzo è del 1909 e si intitola The Glory of the Conquered.[1]
Pochi anni dopo, intorno al 1915 Glaspell si trasferì a New York per frequentare il Greenwich Village, dove partecipò al primo movimento artistico d'avanguardia, comprendente Upton Sinclair, Emma Goldman, and John Reed.[3]
Assieme al marito, George Cram Cook, fondò e diresse la compagnia teatrale dei Pricetown Players,[1] che portò in scena le sue opere che riscossero il maggior successo: Suppressed Desires ("Desideri repressi", 1915), acuta satira della psicoanalisi freudiana;[2] Trifles ("Inezie", 1917), brillante approfondimento della psicologia delle donne letto, affrontato e immerso in atmosfere, temi e intrecci gialli-polizieschi; Bernice ("Bernice", 1919), incentrata sulle problematiche femminili; The Inheritors ("Gli eredi", 1921), in cui l'autrice si occupa di tematiche politiche, quali i contrasti fra i liberali e i conservatori;[2] The Verge ("Il limite", 1921), dove riaffiora l'analisi psicologica; Alison's House ("Casa di Alison", 1930), derivata seppur indirettamente dalla figura di Emily Dickinson, che non a torto viene considerata dai critici letterari il suo lavoro più significativo, e che ottenne il Premio Pulitzer nell'anno 1931.[2]
Glaspell viene considerata dai critici letterari una pioniera femminista e la più importante autrice teatrale statunitense del Novecento.[1]
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