In seguito alla pubblicazione dell'album Love. Angel. Music. Baby., Gwen Stefani dichiarò che sarebbe ritornata con i No Doubt e che avrebbero registrato insieme il loro sesto album.[12] Dopo il successo commerciale riscontrato da L.A.M.B., decise di pubblicare un EP con le canzoni escluse dalla scaletta finale dell'album o come tracce bonus di un DVD.[13] Tuttavia Pharrell Williams, con cui aveva scritto Hollaback Girl, convinse la Stefani a creare "un seguito a L.A.M.B.", e i due passarono il luglio del 2005 ad incidere varie canzoni a Miami (USA).[14]
Durante queste sessioni furono prodotte le canzoni Wind It Up, Orange County Girl, U Started It, Yummy, Breaking Up e Candyland, brani che furono utilizzati nel 2006 nel corso di una sfilata della linea di abbigliamento della Stefani, la "L.A.M.B.".[15]Wind It Up e Orange County Girl furono inoltre interpretate durante i concerti dell'Harajuku Lovers Tour nel 2005.[16] Gwen Stefani interruppe i suoi progetti discografici nel dicembre 2005 quando scoprì di essere incinta, e ritornò in studio nove mesi dopo, nell'agosto 2006.[17][18] L'album originariamente avrebbe dovuto intitolarsi Candyland, come il titolo di una traccia che poi fu scartata. The Sweet Escape, come il titolo della seconda traccia, fu preferito perché sottolineava il tema dell'album di scappare verso una vita migliore.[19]
La copertina dell'album è una fotografia opera di Jill Greenberg. L'immagine faceva parte di una serie di foto promozionali che seguirono alla precedente esibizione della Greenberg, End Times. Per End Times, la fotografa aveva dato dei lecca-lecca a dei bambini e glieli toglieva di mano subito dopo, provocando in loro scoppi di pianto che, immortalati dalla Greenberg, sarebbero serviti a rappresentare i problemi della società statunitense.[20] La Greenberg fu accusata di maltrattamento di minori per i suoi scatti; Gwen Stefani invece dichiarò: "Non credo sia 'maltrattamento di minore', è così che pensai, 'è fantastico.' Tutti i bambini piangono" […] "Altri invece reagirono dicendo: 'Oh Dio, è una cosa così sconcertante,' o anche 'è tristissimo.' Io penso sia arte allo stato puro. Serve a smuoverti i pensieri".[21]
Nella foto di copertina Gwen Stefani è ispirata da Elvira Hancock, una prostituta interpretata da Michelle Pfeiffer nel film del 1983 Scarface. Gwen Stefani si ispirò per la prima volta a questo stile quando girò il videoclip di Cool sul Lago di Como, in Italia. Durante le riprese Gwen rimase colpita dal vestito indossato dalla fidanzata di Tony Kanal, bassista dei No Doubt, che indossava un abito ispirato alla moda di fine anni Settanta "lungo, rosato, in poliestere". Fu il vestito a richiamarle alla mente "Michelle Pfeiffer ed il suo fantastico stile [in Scarface]".[22] Gli occhiali da sole oversize rappresentano il suo "lato esteriore protetto".[23]
Il tour la portò ad esibirsi in Nord America, America Centrale, America Meridionale, Oceania, Asia ed Europa. Comprese il primo concerto di Gwen Stefani in Italia, a Milano.
The Sweet Escape generò recensioni di vario tipo da parte dei critici musicali.[35]Stephen Thomas Erlewine di Allmusic commentò: "Dalla pomposa produzione al feticismo modaiolo, fino alla sua decisione di rappare in decisamente troppe parti dell'album, tutto questo dance-pop non sembra che una posa."[25] Alex Miller di NME fu categorico nel definirlo il "disco più degno della pattumiera dell'anno", aggiungendo che "la maggior parte del disco serve solo a seppellire ciò che rese Gwen Stefani un pezzo unico."[29] In una recensione per Entertainment Weekly, Sia Michel scrisse che l'album "ha un piglio sorprendentemente capriccioso, poco autobiografico" e aggiunse che "la Stefani non è convincente come diva scontenta del suo ruolo".[26] Mark Pytlik di Pitchfork Media definì le stranezze dell'album come un rischio per la carriera di Gwen Stefani, in cui la maggior parte degli "svitati brani pop porta in un certo modo alla resa dei conti" e ritenne che il poco tempo che Gwen ha dedicato all'album lo porta ad essere "tra l'avanguardia e l'insipido."[31] Paul Flynn dell'Observer, definì l'album meno interessante rispetto a The Dutchess di Fergie e Loose di Nelly Furtado.[30]Robert Christgau sottolineò come canzone più bella dell'album Yummy.[36]
L'album fu criticato per essere troppo simile a Love. Angel. Music. Baby. Sal Cinquemani di Slant Magazine commentò che "The Sweet Escape entrerà nella storia come una scopiazzatura dell'apprezzato debutto solista della Stefani. È disomogeneo come il precedente, e quindi con i suoi stessi alti e bassi".[34] In un'intervista a Rolling Stone, Rob Sheffield dichiarò che Gwen "sembra esausta."[33] Jon Pareles del New York Times scrisse che la Stefani "ha prenotato ancora alcuni degli stessi produttori e ripete alcuni dei vecchi trucchi con meno fascino", aggiungendo che "la superficialità è più divertente quando non si fa così spudorata."[37] Caroline Sullivan del Guardian scrisse che "nel complesso The Sweet Escape suona fresco e arioso."[27] La recensione di PopMatters ad opera di Quentin B. Huff, definì al contrario The Sweet Escape una copia di L.A.M.B.: "lo stesso album, basta aggiungere più rap, una foto di copertina patinata in stile Next-Top-Model, e un paio di influenze sonore più recenti."[38]
Rossella Rambaldi di M&D Musica e Dischi descrisse il disco come "due album in uno: quello della ragazza di provincia, romantica e sognatrice, cresciuta nel mito della new wave e di Madonna; e quello della diva (senza cuore) votata al successo e asservita ai ritmi modaioli del minimalismo ormai (inspiegabilmente) imperante nelle charts di mezzo mondo”, e definì The Sweet Escape un album diviso tra i “nostalgici degli anni Ottanta e in particolare di un pop elettronico addolcito da melodie semplici e, occasionalmente, da ritmi funky di retaggio Prince-iano ("Fluorescent" in primis)” e “… un pubblico che predilige un hip hop ipnotico alla Timbaland (anche se sono quasi sempre i Neptunes a produrre, in un frequente eccesso di suoni caotici e industriali) o alla Beyoncé ultima maniera (Orange County Girl)".[28]
Tecnici del suono: Andrew Alekel, Angelo Aponte, Julian Chan, Andrew Coleman, Bojan Dugich, Brian Garten, Simon Gogerly, Keith Gretlein, Neil Kanal, Jonathan Merritt, Kevin Mills, Colin Mitchell
Assistenti tecnici: Yvon Bling, Alex Dromgoole, Jason Finkel, Hart Gunther, Ryan Kennedy, Kevin Mills, Glenn Pittman, Ian Rossiter, Steve Tolle
Registrazione: Greg Collins
Orchestrazioni: Ron Fair
Produzione: Akon, Sean Garrett, Nellee Hooper, Tony Kanal, The Neptunes, Mark "Spike" Stent, Swizz Beatz, Giorgio Tuinfort, Greg Collins
Programmazioni: Akon, Neil Kanal, Tony Kanal, Aidan Love, Ewan Pearson, Giorgio Tuinfort
Missaggio: Pete Davis, Mark "Spike" Stent, Phil Tan, Richard Travali
The Sweet Escape ebbe successo di vendite in Nord America, ma non raggiunse i risultati del suo predecessore. L'album vendette 243 000 copie negli Stati Uniti nella sua prima settimana, debuttando alla posizione numero 3 della Billboard 200.[40] L'album è certificato disco di platino negli USA,[41] dove ha venduto 1,7 milioni di copie. The Sweet Escape divenne disco di platino in Canada già in prevendita, otto giorni prima della sua pubblicazione ufficiale.[42]
^Stevenson, Jane. "Air Canada Centre, Toronto – December 9, 2005". Toronto Sun. Jam!. Copia archiviata, su jam.canoe.ca. URL consultato il 23 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2014).. Retrieved May 13, 2007.
^Doherty, Mike (December 5, 2006). "The thrills are alive: Gwen Stefani's new disc". National Post. Postmedia News. Copia archiviata, su canada.com. URL consultato il 13 maggio 2007 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2012).. Retrieved May 13, 2007.
^Wener, Ben (April 20, 2007). "Pop Life: A critic gets locked out". The Orange County Register. Orange County Register Communications. http://www.ocregister.com/entertainment/-81330--.html. Retrieved August 31, 2007.
^"Gold Platinum Database". Music Canada. March 5, 2007. Copia archiviata, su musiccanada.com. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2012).. Retrieved July 30, 2011.