August Harambašić (Donji Miholjac, 14 luglio 1861 – Zagabria, 16 luglio 1911) è stato un poeta, scrittore e politico croato.
Nacque in un periodo storico tempestoso, caratterizzato dalle rivendicazioni di autonomia e di libertà avanzate da molti popoli europei, e sia il suo stile di vita sia la sua personalità sembrarono una ripercussione di tutto ciò:[1] dopo una lunga serie di peripezie il suo stato di salute psichico si aggravò sempre più, costringendolo a ripetute degenze nei manicomi, dove alla fine morì nel 1911.[1]
Studiò dapprima al liceo di Požega e poi legge all'Università di Vienna e di Zagabria (1884) abilitandosi all'avvocatura nel 1900,[2] e durante quegli anni maturò idee politiche di destra in linea con il Partito di destra croato guidato da Ante Starčević.[2]
La sua carriera letteraria risultò vasta e variegata, dato che Harambašić si interessò di innumerevoli discipline culturali, che studiò e approfondì tramite indagini esposte in scritti e saggi.
A causa di alcuni suoi lavori, a tematica politica, nel 1888 fu arrestato, condannato e recluso per sei mesi.[3]
Scrisse satire, feuilleton, critica letteraria e teatrale, racconti per bambini. Ma la sua notorietà è dovuta alle sue poesie e alle sue collaborazioni con riviste, tra le quali si possono citare la Hrvatska vila ("La villa croata"), il Balkan ("Balcano"), Preporod ("Rinascita"), che lui stesso guidò.[2]
La sua ampia erudizione gli consentì di conoscere sia gli autori connazionali del passato sia letterati stranieri, dei quali effettuò lui stesso numerose traduzioni, traendo da tutti questi autori spunti e influenze.
Tradusse, tra gli altri, Gogol', Tolstoi, Wilde, Shakespeare, Grigorovič, oltre a opere bulgare, spagnole, polacche, francesi, italiane e tedesche.[3][2]
Se il suo stile si caratterizzò per una forma armoniosa, i contenuti delle sue liriche derivarono soprattutto dall'ambito popolare, rendendo così i suoi versi apprezzati e diffusissimi tra i suoi connazionali.[1]
Una delle maggiori qualità di Harambašić fu quella di descrivere un quadro completo e profondo della realtà del suo tempo, a livello storico, sociale e psicologico.
Se i suoi primi lavori, come Slobodarke ("Canti della libertà", 1883), furono incentrati su tematiche politiche e storiche, attraverso le quali il poeta rievocava con nostalgia le grandezze passate del suo popolo, per rilanciarle in inviti a rovesciare gli oppressori contemporanei e in immagini speranzose riguardanti il futuro, le opere successive evidenziarono l'aggiunta di motivi intimistici e tratti dalle sue vicende personali.[1]
In alcune raccolte, quali Ružmarinke ("Canti del rosmarino", 1883) e Tugomilke ("Canti degli affanni", 1887), non mancarono immagini con tematiche erotiche, invece Pjesničke pripoviesti ("Racconti poetici", 1887) furono intrise da passioni romantiche, oppure nostalgici ricordi della prima infanzia resero toccanti i versi di Mali raj ("Piccolo paradiso", 1891).[4]
Harambašić si dimostrò un letterato versatile, capace di suscitare forti emozioni tra i suoi lettori croati.[1]
Utilizzò durante la sua carriera letteraria svariati pseudonimi, quali Tugomil, Grga Kaloper Steklis Steklišević, Ljuba Dragićeva, Sergei Jurjevic Hetmanov, Dragoje Dragojevic, Rob, Hrvoje Hrvatic, Tarantula, Augusto Latrocaput.[3]
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