Xenogears

Xenogears
videogioco
Titolo originaleゼノギアス (Zenogiasu)
PiattaformaPlayStation
Data di pubblicazioneGiappone 11 febbraio 1998
20 ottobre 1998
GenereVideogioco di ruolo alla giapponese
TemaFantascienza, fantasy
OrigineGiappone
SviluppoSquare Product Development Division 3
PubblicazioneSquareSoft
DirezioneTetsuya Takahashi
ProduzioneHiromichi Tanaka
ProgrammazioneKiyoshi Yoshii
Direzione artisticaKunihiko Tanaka, Yasuyuki Honne
SceneggiaturaTetsuya Takahashi, Kaori Tanaka, Masato Kato
MusicheYasunori Mitsuda
Modalità di giocoGiocatore singolo
Periferiche di inputDualShock
SupportoCD-ROM, download
Distribuzione digitalePlayStation Network
Fascia di etàCEROD · ESRBT

Xenogears (ゼノギアス?, Zenogiasu) è un videogioco di ruolo alla giapponese sviluppato e pubblicato da SquareSoft nel 1998. Disponibile per PlayStation in Giappone e in America Settentrionale (qui edito in collaborazione con Electronic Arts), non è stato mai commercializzato nel mercato PAL. Il videogioco è stato nuovamente distribuito da Square Enix tramite PlayStation Network in Giappone (2008) e in Nord America (2011)[1][2].

Il titolo ha riscosso un buon successo commerciale[3], ottenendo numerose critiche positive per la sua trama, per la caratterizzazione dei personaggi e per il sistema di gioco. Sono stati espressi apprezzamenti anche per la colonna sonora e i filmati di gioco, realizzati in stile anime da Production I.G.

Xenogears fa parte di un media franchise ideato da Tetsuya Takahashi che include manga e libri. Il titolo doveva costituire il quinto episodio di una serie di sei titoli, ma fu l'unico videogioco portato a termine. Takahashi e gran parte degli autori di Xenogears furono comunque coinvolti nello sviluppo di Xenosaga e Xenoblade, che costituiscono sequel ideali del titolo.

Oltre a toccare temi religiosi, il videogioco presenta numerosi riferimenti alle teorie filosofiche di Nietzsche e a quelle psicologiche di Freud e Jung[4].

La trama di Xenogears ruota principalmente attorno al personaggio di Fei Fong Wong. Affetto da amnesia, il ragazzo vive nel villaggio di Lahan, dove fu condotto tre anni prima degli eventi del gioco, da un misterioso uomo mascherato. Trovandosi al confine tra Aveh e Kislev, Lahan diventa presto un campo di battaglia tra i due eserciti. Durante lo scontro, Fei riesce ad impossessarsi di un mecha privo di pilota, denominato Gear, e combatte contro uno dei due schieramenti, ma finisce per distruggere il villaggio. Viene quindi esiliato dagli abitanti sopravvissuti, intraprendendo un lungo viaggio in cui farà conoscenza di numerosi personaggi, scoprendo numerose informazioni relative al suo passato e alla storia dell'intero pianeta.

Modalità di gioco

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Il sistema di battaglia di Xenogears è basato sull'Active Time Battle di Final Fantasy VII.[5] Sono tuttavia presenti due modalità di scontro, una delle quali incentrata sui Gear.

Nella modalità di gioco classica è simile agli altri titoli della serie Final Fantasy, sebbene l'attacco possa essere sferzato con potenza differente: gli attacchi più forti richiedono maggiori Attack Points (AP).[5] Usando differenti combo è possibile apprendere alcune tecniche denominate Deathblow.[6] Oltre agli attacchi fisici sono disponibili alcune abilità magiche (denominate Chi, Arcane o Ether in base al personaggio) che consumano gli Ether Points (EP).[7]

La differenza rispetto ai classici J-RPG è la presenza degli scontri tra Gear. Al contrario degli scontri tra personaggi, nelle battaglie tra Gear non sono presenti AP: gli attacchi del mecha richiedono carburante. Oltre ad effettuare attacchi, durante lo scontro è possibile rifornire il veicolo di una piccola quantità di carburante o utilizzare l'Ether Amplifier Device per convertire AP in abilità del Gear.[7]

I Gear non acquisiscono esperienza al termine delle battaglie, ma necessitano di essere potenziati acquistando apposite parti.[8]

La grafica del gioco è composta da un misto di 2D e 3D. Xenogears, quanto ad aspetto grafico, viene infatti definito spesso un "anti Final Fantasy"[senza fonte], in quanto i personaggi (umani od antropomorfi) sono raffigurati da sprite in 2D, mentre gli ambienti e i mech in 3D; mentre accade l'opposto negli episodi per PlayStation della saga di Final Fantasy.

Gli ambienti di gioco sono variegati: si passa da grotte desertiche a sottomarine, a città di stampo medievale-orientale a città futuristiche. È disponibile una telecamera ruotabile in otto direzioni (espediente già usato da Grandia). Gli ambienti di Xenogears sono ampiamente esplorabili: a differenza di altri j-rpg il giocatore può compiere salti e, non poche volte, interagire con diversi oggetti.

Equipaggiamento e caratteristiche dei personaggi

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Per quanto riguarda le caratteristiche e la possibilità di modificare l'equipaggiamento dei personaggi, Xenogears non si discosta troppo dai Final Fantasy. È possibile comperare sia equipaggiamento, sia oggetti da usare in ogni momento (pozioni, ad esempio).

Ogni personaggio può equipaggiare tre oggetti più, eventualmente, un'arma: uno per il corpo, uno per la testa e un accessorio (il loro effetto è molto vario). Billy], l'unico ad adoperare armi da fuoco, può equipaggiare anche diversi tipi di munizioni, alcune recanti danno fisico, altri etereo (cioè magico).

A differenza di molti altri esponenti del genere, i personaggi di Xenogears non sono molto differenziati, per quanto riguarda le caratteristiche in battaglia.

Non esistono le cosiddette "classi". Ogni personaggio ha qualche punto di forza e qualche punto debole. Shitan (Citan in inglese), per esempio, possiede un buon attacco, una buona velocità ed una grande quantità di HP (punti ferita); difetta però in difesa. Rico, invece, è molto lento ma fisicamente molto potente.

Xenogears presenta nove personaggi giocanti reperibili in diverse aree del mondo di gioco. Il cast è tuttavia composto da numerosi NPC.[9] Il gioco comincia su Ignas, un continente con due nazioni, Aveh e Kislev. Fei e Citan sembrano dal principio essere natii di queste terre, ma più tardi nel gioco si scoprirà che in realtà provengono dalle capitali di Aphel Aura e Etrenank, rispettivamente delle nazioni volanti di Shevat e Solaris.

Fei Fong Wong, assieme a Elly, è il personaggio principale del gioco. All'inizio viene presentato come un ragazzo di campagna che ha perso ogni ricordo del suo passato, e che dovrà poi girovagare per il mondo. Tuttavia, la sua figura va man mano evolvendosi. Durante il gioco Fei ha sogni o flashback che gli fanno ricordare avvenimenti avvenuti centinaia di anni prima della sua nascita. Scoprirà poi di avere altre due personalità, Id ed il Codardo, e di essere la terza reincarnazione di Abele (Abel). Utilizza le arti marziali; il suo nome (Wong Fei Fong nella versione giapponese) è una citazione di un grande maestro d'arti marziali, Wong Fei Hung.

Elhaym Van Houten, chiamata anche Elly, è protagonista assieme a Fei. Ella è un tenente delle forze armate di Geburah (Gebler), ma è restìa ad accettare lo stile di vita dell'esercito. Il suo incontro con Fei fa maturare la decisione di lasciare l'esercito per mettersi in viaggio insieme a lui. Anch'ella è, come Fei, una reincarnazione di un'entità vissuta nel passato (a differenza di quanto accade per Fei-Abel, però, tutte le sue reincarnazioni hanno lo stesso nome, Elly). Fu generata dallo Zohar a causa del contatto di Abel con esso. Originariamente, lei e Miang erano un unico essere (la madre dell'umanità), che s'accingeva a morire dopo aver partorito Caino (Cain) e gli altri membri del Ministero di Gazel. Proprio prima di spirare, partorì sia Miang che Elly.

Citan è un conoscitore del mondo e della tecnologia che spesso offre il suo aiuto alle missioni del gruppo. Bart, un pirata del deserto, viene da Ignas ed è il legittimo erede al trono di Aveh. Rico è un semi-umano dall'incredibile forza che vive nella prigione di Kislev e passa i suoi giorni come un combattente di Gear. Solaris, una città nascosta tecnologicamente avanzata, è la casa di molti personaggi del gioco. Billy, un pio lavoratore per il gruppo religioso di Ethos; Elly, una bella ufficiale Gebler di Solaris, che sarà destinata ad avvicinarsi a Fei e innamorarsi di lui. Maria e Chu-Chu sono entrambi di Shevat, la città volante, unica ad opporsi alla dominazione di Solaris. Emeralda è un umanoide costruita da un'antica civiltà da una colonia di nanomacchine e che fu recuperata dalle rovine della civiltà Zeboim. Importanti NPC includono Krelian e Miang, entrambi leader di Solaris che cercano di riportare in vita Deus, una arma meccanica che riposa sulla terra da migliaia di anni. Avrà lo scopo di antagonista finale del gioco. Grahf, un misterioso uomo dagli immensi poteri, avrà invece il ruolo di antagonista principale, seguirà infatti Fei e il suo gruppo affrontandoli spesso e i suoi obiettivi rimarranno nascosti fino alla quasi conclusione del gioco. Infine avranno un ruolo importante "Il contatto", "L'anti-tipo" e "Il Complemento", reincarnazioni di alcuni personaggi del gioco, che spiegheranno il loro ruolo all'interno della storia.

Il primo concept di Xenogears venne ideato da Tetsuya Takahashi e Kaori Tanaka per il gioco Square Final Fantasy VII. Esso venne però ritenuto "troppo oscuro e complicato per un fantasy", ma a Takahashi fu permesso di svilupparlo come progetto a parte.[10] Il gioco venne inizialmente denominato "Progetto Noah".[11] Takahashi, che era divenuto particolarmente frustrato dalla serie Final Fantasy, intendeva rendere Xenogears un sequel di Chrono Trigger, ma dopo molteplici scontri con l'azienda e non meglio specificate difficoltà pratiche, si decise di renderlo un titolo originale. In virtù di questa iniziale idea di sviluppo, erano presenti numerosi elementi inadatti a un mondo fantasy, quindi venne fatto un compromesso incorporando sia il fantasy che la fantascienza nel mondo del gioco.[12]

Lo sviluppo durò circa due anni e coinvolse uno staff di trenta sviluppatori. La progettazione preliminare e la creazione dell'ambientazione risalivano però a diversi anni prima. La parola "Xeno" era stata decisa dal personale fin dall'inizio per il suo significato di "strano" o "alieno".[12][13] "Gears" fu invece selezionato tra più parole suggerite. I Gears del gioco non erano presenti durante le fasi iniziali, e avrebbero preso il posto dei tradizionali mostri evocati. L'utilizzo dei filmati animati venne scelto in quanto era difficile ricreare correttamente l'artwork del Gear di Tanaka in CGI 3D. Anche il motore del gioco fu progettato per essere più adatto alla visualizzazione delle mappe 3D e alle arene di battaglia.[14] Takahashi desiderava creare il gioco interamente in 3D, ma le capacità della PlayStation impedivano di gestirlo, richiedendo pertanto di utilizzare sprite bidimensionali su sfondi 3D. I temi e la storia furono fortemente influenzati dalle opere e dalla filosofia di Friedrich Nietzsche, Sigmund Freud e Carl Jung. Secondo Tanaka, la ragione di questa correlazione era semplicemente dovuta a un interesse comune con suo marito. Secondo lei, la storia ruotava intorno a "da dove veniamo, cosa siamo, dove stiamo andando". Una cospicua porzione di storia e grafica che non venne poi inserita nel gioco finale, in quanto il secondo disco del gioco consisteva principalmente nella narrazione di Fei ed Elly degli eventi successivi alla fuga del gruppo da Solaris. Sebbene si ritenesse che ciò fosse dovuto a vincoli di budget, Takahashi in seguito avrebbe rivelato che il team non era in grado di creare l'intero gioco proposto nei due anni di sviluppo previsti.[15]

Square aveva annunciato che Xenogears sarebbe potuto non uscire negli Stati Uniti a causa di "problematiche religiose".[16][17] La traduzione inglese di Xenogears è stata la prima volta in cui un team di localizzazione in lingua inglese ha lavorato direttamente con gli sviluppatori di Square. Secondo Honeywood, responsabile del team, tradurre il gioco era un compito particolarmente difficile perché conteneva numerose tematiche e riflessioni scientifiche. Coloro che erano stati assegnati a questo ruolo si erano infatti licenziati o avevano chiesto una riassegnazione a causa della difficoltà del compito.[18] In una successiva intervista, Honeywood avrebbe dichiarato che il problema più grande era gestire i molteplici riferimenti religiosi e il concetto di "uccidere Dio", che doveva essere aggiustato in modo che rimanesse fedele all'originale evitando però alcuni contenuti che sarebbero potuti risultate offensivi.[19]

Square Enix ha pubblicato Xenogears sul PlayStation Network giapponese il 25 giugno 2008 e in Nord America il 22 febbraio 2011..[20]

Colonna sonora

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Compositore delle musiche di gioco è Yasunori Mitsuda, autore delle colonne sonore di Xenosaga Episodio 1, Chrono Trigger, Chrono Cross, Shadow Hearts: Covenant e altri titoli. La cantante irlandese Joanne Hogg ha prestato la sua voce per i brani Small two of pieces e Stars of tears.

Tempo dopo la pubblicazione di Xenogears, Yasunori Mitsuda e la Millenian Fair (un gruppo giapponese) composero Xenogears: Creid, rifacimento orchestrale di diversi brani della colonna sonora originale. Le due canzoni furono poi tradotte in giapponese.

Valutazioni professionali
Testata Giudizio
GameRankings (media al) 91%[21]
Metacritic (media al) 84/100[22]
AllGame 4/5[23]
Edge 8/10[24]
Electronic Gaming Monthly 35,5/40[25]
Famitsū 31/40[26]
G4
Game Informer 27/30[27]
Game Revolution B+[28]
GameSpot 9/10[29]
HonestGamers 10/10[30]
IGN 9,5/10[17]
Next Generation 5/5[31]
RPGFan 98% (PS1)[32]
96% (PSN)[33]

Xenogears è stato accolto con successo dalla critica. Electronic Gaming Monthly ha elogiato la storia, i personaggi, il gameplay, la grafica e la colonna sonora. IGN lo ha descritto come il "miglior gioco di ruolo a mani basse" dell'anno, lodando la trama, il gameplay, la grafica, la presentazione e la colonna sonora.[17] GameSpot lo ha descritto come uno dei migliori giochi di ruolo di Squaresoft, lodando la storia, il gameplay e l'audio, ma ne ha criticato la mancanza di rifinitura grafica.[29] Allgame ha sottolineato che le battaglie dei personaggi sono piacevolmente "diverse dalla maggior parte dei giochi di ruolo di questa azienda".[23] In una recensione retrospettiva, Edge ha affermato che sebbene sia "considerato da alcuni un progetto vanesio di fantascienza multimilionario e contorto, Xenogears rimane comunque uno dei giochi di ruolo PlayStation più elogiati". La rivista ha anche notato che si trattava del "lavoro più impegnativo e puro" di Takahashi e che la serie Xenosaga non fosse mai stata all'altezza di Xenogears.[34]

La storia e i personaggi del gioco sono stati ben accolti. Electronic Gaming Monthly ha affermato che il gioco risulta "ricco di storia e sviluppo dei personaggi".[25] Game Informer e Next Generation hanno concordato sul fatto che la trama fosse uno dei punti salienti del gioco: il primo la ha paragonata a quella di Star Wars, Star Blazers, l'Antico Testamento e molti altri giochi Square, rendendolo "un gioco che ogni appassionato dei giochi di ruolo dovrebbe giocare".[16][27] IGN ha affermato che la trama è intricata, avvincente, "profonda, complessa e di tanto in tanto anche confusa, fino a quando non si scopre di più della vera trama sottostante".[17] GameSpot ha affermato che la storia è "eccellente" e "stimolante", ma ha anche dichiarato che può essere "un po' predicatoria a volte", ma ha continuato dicendo che i temi religiosi ed esistenziali "migliorano la storia e la [nostra] comprensione delle caratterizzazioni profonde del gioco”.[29] Game Revolution ha definito la trama "epica" e "favolosa" con "molti colpi di scena".[28] RPGFan ha affermato che "la storia è unica e probabilmente la più complessa e interessante di qualsiasi gioco di ruolo".[32] Retrospettivamente, Edge ha elogiato la portata e l'ambizione della trama e la figura del protagonista definendolo "l'eroe freudiano più complicato" dei videogiochi, ma ha anche affermato che la sceneggiatura risultasse "imperfetta" e una traduzione "infangata", criticando anche le troppe scene tagliate, specialmente nel secondo disco.[34] Anni dopo l'uscita del gioco, Jeremy Parish di Electronic Gaming Monthly ha definito la trama del gioco "una delle trame di gioco più stravaganti di sempre", ma ha affermato che "ha davvero senso" se il giocatore ignora tutte le trame secondarie.[35] IGN, tuttavia, ha affermato che, nonostante le numerose scene tagliate e una trama a volte confusa, "l'immersione è un fattore chiave in Xenogears e le domande che potresti avere sulla trama trovano risposta a un certo punto del gioco". Dopo l'uscita su PSN, James Quentin Clark di RPGFan ha affermato che Xenogears avesse "senza dubbio la migliore storia singola che abbia mai visto in qualsiasi videogioco".[33]

Xenogears è stato un successo commerciale sia in Giappone che in Nord America.[36] Ha ricevuto un "Gold Prize" da Sony nel maggio 1998, a indicare vendite superiori a 500 000 unità in Giappone,[37] e ha proceduto a vendere oltre 890 000 copie a livello nazionale entro la fine dell'anno.[38] Al 31 marzo 2003, il gioco aveva distribuito 1,19 milioni di copie in tutto il mondo, di cui 910 000 in Giappone e 280 000 all'estero.[39] Come risultato di queste vendite, è stato ripubblicato come titolo "Greatest Hits" nel dicembre 2003.[40] Nella rivista giapponese Famitsū, Xenogears è stato votato come 16° miglior videogioco di tutti i tempi dai suoi lettori in un sondaggio tenutosi nel 2006.[41] In un sondaggio analogo di GameFAQs, gli utenti del sito Web hanno votato Xenogears come il 32° "Miglior gioco di sempre" nel 2005.[42] È stato collocato nella stessa posizione nella classifica "Migliori 100 giochi - Readers Choice" di IGN nel 2006[43] e al 28º posto nel 2008.[44]

Poco dopo l'uscita di Xenogears, si ipotizzò l'uscita di un sequel, sebbene ciò non sia mai avvenuto.[36] Nel 1999, Tanaka affermò che un progetto relativo a Xenogears era in fase di sviluppo, rivelando anche che inizialmente era previsto un sequel di Xenogears, ma che non era mai stato realizzato.[45]

Le successive serie di Xenosaga e Xenoblade, sviluppate da Tetsuya Takahashi e Monolith Soft ma pubblicate da editori differenti non legati alla Squaresoft, ripropongono tematiche e ambientazioni simili; spesso vengono considerate seguiti non ufficiali di Xenogears e tutti questi titoli collettivamente vengono chiamati la serie Xeno.[46]

Nel giugno 2020 Sugiura Hirohide, presidente di Monolith Soft, affermò che si stava prendendo in considerazione l'idea di un sequel, poi abbandonata a causa degli investimenti cinematografici della compagnia per il film dedicato Final Fantasy.[47]

  1. ^ Anche in Europa i classici americani e giapponesi, in Play Generation, n. 71, Edizioni Master, ottobre 2011, p. 77, ISSN 1827-6105 (WC · ACNP).
  2. ^ Xenogears, in Play Generation, n. 75, Edizioni Master, gennaio 2012, p. 36, ISSN 1827-6105 (WC · ACNP).
  3. ^ (EN) Gamespot Staff, Square Developing Xenogears 2?, su gamespot.com, GameSpot, 25 giugno 1999.
  4. ^ Retrogame Magazine 6, p. 48.
  5. ^ a b (EN) BATTLE SYSTEMS Archiviato il 29 aprile 2015 in Internet Archive.
  6. ^ (EN) AP and Deathblows Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
  7. ^ a b Xenogears: Owner's Manual, manuale di istruzioni
  8. ^ (EN) Gears Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
  9. ^ (EN) The Characters | Xenogears
  10. ^ Yip, Spencer, Soraya Saga On Xenogears And Xenosaga, su siliconera.com, 11 giugno 2010. URL consultato il 27 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).
  11. ^ (JA) Xenogears - Inside Staff, su playonline.com, Xenogears Japanese website, 2002. URL consultato il 20 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2001).
  12. ^ a b (JA) Creator's Talk - Tetsuya Takahashi, su playstation.jp, Sony, 2002. URL consultato il 20 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2005).
  13. ^ (JA) Xenogears Perfect Works, Digital Cube, 1998, pp. 288–294, ISBN 4-9250-7532-2.
  14. ^ (JA) ja:『ゼノギアス』を作った男たち - Interview with Xenogears Staff [The Men who made "Xenogears" - Interview with Xenogears Staff], in Famitsu PS, 1998–02–20, Enterbrain, pp. 109–111.
  15. ^ Jason Schreler, The Real Story Behind Xenogears' 'Unfinished' Disc 2, su kotaku.com, Kotaku, 15 giugno 2017. URL consultato il 16 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2017).
  16. ^ a b Next Generation staff, Rumored to never see the light of US day..., in Next Generation Magazine, 20 ottobre 1998. URL consultato il 17 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2004).
  17. ^ a b c d Francesca Reyes, TGS: No Xenogears for US, su IGN, 6 settembre 1997. URL consultato il 2 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2015).
  18. ^ Cidolfas, Interview with Richard Honeywood, su ffcompendium.com, FFCompendium, 30 maggio 2004. URL consultato il 6 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 2 giugno 2015).
  19. ^ Cohen, Drew, How One Man Stopped Square-Enix From Letting Gamers Kill Yahweh, su kotaku.com, Kotaku, 22 aprile 2011. URL consultato il 20 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).
  20. ^ PlayStation.Blog, su PlayStation.Blog (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2011).
  21. ^ Xenogears for PlayStation, su GameRankings. URL consultato il 4 agosto 2019.
  22. ^ Xenogears (psx: 1998): Reviews, su Metacritic. URL consultato il 19 agosto 2008 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2010).
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  24. ^ Xenogears, in Edge, n. 67, Future Publishing, gennaio 1999, p. 93.
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  27. ^ a b Game Informer staff, On the 7th Day, They Created Square, in Game Informer, novembre 1998. URL consultato il 17 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 12 settembre 1999).
  28. ^ a b Tim Hsu, Xenogears - PS Review, su gamerevolution.com, Game Revolution. URL consultato il 31 agosto 2008 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2008).
  29. ^ a b c Peter Bartholow, Xenogears Review, su GameSpot, 2 aprile 1998. URL consultato il 9 agosto 2008 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2007).
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  43. ^ Readers' Picks Top 100 Games: 31-40, su IGN. URL consultato il 31 agosto 2008 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014).
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  46. ^ Retrogame Magazine 6, p. 51.
  47. ^ (EN) Frontline Gaming Japan, How Xenogears 2 Didn't Happen Because of Spirits Within, su Frontline Gaming Japan, 28 maggio 2020. URL consultato il 25 giugno 2021.
  • Xenogears - La caduta degli dei, in Retrogame Magazine, n. 6, seconda serie, Cernusco sul Naviglio, Sprea, marzo/aprile 2018, pp. 43-51, ISSN 2532-4225 (WC · ACNP).

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