Il nome deriva dal grecoἀνυφαίνειν, anyfàinein, cioè tessere di nuovo, rifare la ragnatela, e il suffisso -idae, che designa l'appartenenza a una famiglia.
Questa famiglia fa parte dei cosiddetti ragni-sacco, i quali hanno l'opistosoma a forma di sacco più o meno allungato, e ha una storia tassonomica alquanto travagliata e sicuramente non ancora terminata. All'inizio comprendeva disparate forme di ragni, purché avessero otto zampe sistemate in due file, le filiere anteriori e coniche; e costruissero tele a forma di sacco fra le piante o sotto le pietre e altri caratteri generici comuni che rendevano questa famiglia un guazzabuglio di diversità.
Col passare degli anni gli aracnologi hanno concordato nello staccare alcuni generi perché più simili ai Lycosidae e per altri generi, aventi caratteristiche comuni più precipue hanno deciso di formare famiglie a sé stanti come i Corinnidae, Clubionidae, Tengellidae, Zorocratidae, Miturgidae e Liocranidae.
Si distinguono dai Clubionidae perché hanno lo spiracolo addominale posto alla distanza fra un terzo e la metà della parte anteriore della filiera verso il solco epigastrico. In alcuni generi è situato solo anteriormente alla filiera. Le parti anteriori delle filiere sono di forma conica e hanno gli otto occhi sistemati in due file. La lunghezza varia fra 6 e 8 mm.
Sono specie comuni nei luoghi umidi con copertura vegetale; usano infatti tessere le tele in continuazione fra il fogliame di alberi e cespugli. La stagione della maturità è la primavera.
Le specie di alcuni generi sono predatori importanti in agricoltura nella lotta alle patologie che colpiscono gli alberi da frutto: la loro vista, benché debole consente di trovare le uova di questi insetti e cibarsene in grande quantità, qualità che condividono con i Miturgidae.
Attualmente, a novembre 2020, si compone di 56 generi e 575 specie[1]; per la categorizzazione in sottofamiglie si segue quella dell'entomologo Joel Hallan[2]: