Diocesi di Graz-Seckau Dioecesis Graecensis-Seccoviensis Chiesa latina | |||
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Suffraganea dell' | arcidiocesi di Salisburgo | ||
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Vescovo | Wilhelm Krautwaschl | ||
Vicario generale | Erich Linhardt | ||
Vescovi emeriti | Egon Kapellari | ||
Presbiteri | 386, di cui 277 secolari e 109 regolari 2.023 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 206 uomini, 355 donne | ||
Diaconi | 72 permanenti | ||
Abitanti | 1.247.159 | ||
Battezzati | 781.081 (62,6% del totale) | ||
Stato | Austria | ||
Superficie | 16.440 km² | ||
Parrocchie | 388 | ||
Erezione | 22 giugno 1218 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Sant'Egidio | ||
Concattedrale | Assunzione di Maria Vergine | ||
Indirizzo | Bischofplatz 4, A-8010 Graz, Österreich | ||
Sito web | www.katholische-kirche-steiermark.at | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Austria | |||
La diocesi di Graz-Seckau (in latino Dioecesis Graecensis-Seccoviensis) è una sede della Chiesa cattolica in Austria suffraganea dell'arcidiocesi di Salisburgo. Nel 2021 contava 781.081 battezzati su 1.247.159 abitanti. È retta dal vescovo Wilhelm Krautwaschl.
La diocesi comprende lo stato federato austriaco della Stiria.
Sede vescovile è la città di Graz, dove si trova la cattedrale di Sant'Egidio. A Seckau si erge la concattedrale dell'Assunzione di Maria Vergine. In diocesi sorgono anche l'ex cattedrale della diocesi di Leoben, che è l'abbazia di Göss, dedicata a Santa Maria e Sant'Andrea, e 4 basiliche minori: la basilica della Natività di Maria di Mariazell, santuario nazionale, la basilica di Mariatrost a Graz, la basilica di Santa Maria Addolorata a Weiz[1] e la basilica dell'abbazia cistercense di Rein.
Il territorio si estende su 16.440 km² ed è suddiviso in 388 parrocchie.
La diocesi di Seckau fu eretta il 22 giugno 1218 dall'arcivescovo di Salisburgo Eberardo II con il consenso di papa Onorio III, espresso nel breve Quod non tua, ricavandone il territorio dalla stessa arcidiocesi di Salisburgo. Questa diocesi, come quelle di Gurk, Chiemsee e Lavant (oggi arcidiocesi di Maribor), erano diocesi "proprie" dell'arcivescovo di Salisburgo (in tedesco: Salzburger Eigenbistumer[2]), ossia diocesi fondate dagli arcivescovi salisburghesi all'interno del vasto territorio della loro arcidiocesi, i quali nominavano i vescovi senza elezione da parte dei rispettivi capitoli dei canonici e li intronizzavano nelle rispettive sedi. Questo speciale privilegio perdurò fino alla pubblicazione del Codice di diritto canonico nel 1917.[3]
Dal 26 ottobre 1218 il vescovo ebbe il titolo e la dignità di principe-vescovo, il quale però non implicava l'immediatezza imperiale, essendo la loro nomina legata all'autorità dell'arcivescovo di Salisburgo. I vescovi di Seckau erano di fatto vassalli del loro arcivescovo. Facevano parte dei benefici del principe-vescovo di Seckau 4 parrocchie, diversi ettari di foreste, alcune proprietà immobiliari, tra cui una casa a Graz, che più tardi diventerà la sede dei vescovi. Dall'inizio dell'Ottocento il titolo di principe-vescovo fu solo onorifico e cadde in disuso dopo il decreto Attentis dispositionibus della Sacra Congregazione Concistoriale del 12 maggio 1951.[4]
Come cattedrale della nuova diocesi fu scelta la chiesa dei canonici regolari di Seckau, città che divenne la sede della diocesi, e da cui prese il nome.
Dal punto di vista canonico, i vescovi di Seckau esercitavano i diritti e gli incarichi di vicarius in pontificalibus dell'arcivescovo di Salisburgo nel solo territorio che era stato loro affidato. La loro posizione dunque era molto simile a quella dei corepiscopi dell'Alto Medioevo o di un vescovo ausiliare dei secoli successivi. Solo alla fine del XVI secolo i loro poteri si ampliarono e furono estesi a tutta la Stiria.
Le riforme in campo ecclesiastico introdotte dall'imperatore Giuseppe II alla fine del Settecento portarono ad una riorganizzazione della geografia ecclesiastica dell'Austria. La Stiria fu divisa fra tre diocesi: la nuova diocesi di Leoben, eretta canonicamente nel 1786, e le diocesi di Seckau e Lavant, i cui territori, per la prima volta, furono definiti e circoscritti. A Seckau spettò la Stiria centrale e il distretto di Maribor, e contestualmente la sede fu stabilita a Graz. In questo modo la diocesi divenne bilingue, dove si parlava tedesco e sloveno.
L'erezione della diocesi di Leoben non ebbe successo, e dopo la morte del suo unico vescovo nel 1800, la diocesi fu dapprima affidata ai vicari capitolari, e poi, dal 1808, fu data in amministrazione apostolica ai vescovi di Seckau.
Il 1º settembre 1859 fu risolto il problema del bilinguismo in cui si erano venute a trovare le diocesi di Seckau e di Lavant. Seckau, che ampliò il proprio territorio con quello della soppressa diocesi di Leoben, cedette alla diocesi di Lavant il distretto di Maribor, dove i vescovi trasferirono la loro sede. In questo modo Seckau divenne una diocesi omogenea di lingua tedesca, mentre Lavant, che aveva contestualmente ceduto a Gurk le sue parrocchie della Carinzia, divenne una diocesi di lingua slovena.
I confini tra le diocesi stabiliti nel 1859 coincidevano quasi perfettamente con i confini tra Austria e Jugoslavia definiti dopo la prima guerra mondiale. Alcuni piccoli aggiustamenti furono introdotti il 27 settembre 1923: Seckau cedette a Lavant due parrocchie e due frazioni di parrocchie, e ricevette in cambio la parrocchia di Soboth in Stiria.[5]
Il 22 aprile 1963, a quasi due secoli dal trasferimento della sede a Graz, la diocesi ha assunto il nome attuale in forza del decreto Apostolicis sub plumbo litteris della Congregazione Concistoriale.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
La diocesi nel 2021 su una popolazione di 1.247.159 persone contava 781.081 battezzati, corrispondenti al 62,6% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
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battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 952.400 | 1.080.200 | 88,2 | 933 | 627 | 306 | 1.020 | 342 | 1.860 | 370 | |
1970 | 1.098.376 | 1.223.058 | 89,8 | 918 | 644 | 274 | 1.196 | 315 | 1.679 | 379 | |
1980 | 1.130.688 | 1.269.449 | 89,1 | 766 | 521 | 245 | 1.476 | 11 | 345 | 1.577 | 392 |
1990 | 1.073.163 | 1.186.525 | 90,4 | 646 | 457 | 189 | 1.661 | 30 | 286 | 1.002 | 394 |
1999 | 949.562 | 1.160.554 | 81,8 | 540 | 386 | 154 | 1.758 | 38 | 266 | 761 | 389 |
2000 | 943.699 | 1.160.956 | 81,3 | 528 | 376 | 152 | 1.787 | 51 | 254 | 714 | 389 |
2001 | 939.120 | 1.202.800 | 78,1 | 523 | 370 | 153 | 1.795 | 51 | 257 | 689 | 388 |
2002 | 933.236 | 1.185.911 | 78,7 | 516 | 363 | 153 | 1.808 | 50 | 258 | 672 | 388 |
2003 | 924.025 | 1.183.303 | 78,1 | 497 | 354 | 143 | 1.859 | 48 | 237 | 670 | 388 |
2004 | 916.050 | 1.183.303 | 77,4 | 507 | 352 | 155 | 1.806 | 48 | 243 | 657 | 388 |
2006 | 903.963 | 1.154.013 | 78,3 | 498 | 346 | 152 | 1.815 | 55 | 261 | 592 | 388 |
2013 | 863.286 | 1.213.255 | 71,2 | 454 | 316 | 138 | 1.901 | 71 | 230 | 489 | 388 |
2016 | 855.800 | 1.231.865 | 69,5 | 443 | 308 | 135 | 1.931 | 77 | 234 | 436 | 388 |
2019 | 817.000 | 1.240.214 | 65,9 | 415 | 293 | 122 | 1.968 | 74 | 222 | 400 | 388 |
2021 | 781.081 | 1.247.159 | 62,6 | 386 | 277 | 109 | 2.023 | 72 | 206 | 355 | 388 |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 304918305 · GND (DE) 1065552661 |
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