Mecicobothriidae | |
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Mecicobothrium thorelli, disegno originale di Holmberg | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Protostomia |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Chelicerata |
Classe | Arachnida |
Ordine | Araneae |
Sottordine | Mygalomorphae |
Infraordine | Tuberculotae |
Superfamiglia | Mecicobothrioidea |
Famiglia | Mecicobothriidae Holmberg, 1882 |
Sinonimi | |
Hexuridae | |
Generi | |
Mecicobothriidae Holmberg, 1882 è una famiglia di ragni appartenente all'infraordine Mygalomorphae.
Il nome deriva dal greco μηκικός, mikikòs cioè longitudinalmente, in senso longitudinale e βοθρεύειν, bothrèueiv, cioè scavare una buca, una fossa, per la forma e l'orientamento della tana, ed il suffisso -idae, che designa l'appartenenza ad una famiglia.
Sono noti comunemente come tarantole nane, in quanto il loro aspetto è molto simile a quello delle tarantole propriamente dette, anche se in scala più ridotta. La grandezza media, infatti, è di 1 centimetro e raramente superano i 2. Hanno cheliceri rivolti verso il basso, caratteristica dei ragni più primitivi e filiere piccolissime.
Costruiscono le loro tele in prossimità di fessure nelle rocce, sotto pietre o altri oggetti in pezzi sparsi, delimitando così una certa porzione di territorio e offrendo poco scampo a chi vi incappa. Probabilmente anche le tecniche predatorie sono simili ad altri ragni che costruiscono ragnatele imbutiformi.
Le due specie, Mecicobothrium baccai e Mecicobothrium thorelli sono state rinvenute nell'Argentina e nell'Uruguay.
Questa famiglia è considerata sinonimo anteriore di Hexuridae a seguito di un lavoro degli aracnologi Gertsch e Platnick del 1979. Un lavoro degli aracnologi Hedin et al., del 2019 ha portato ad una completa revisione di questa famiglia e al trasferimento di 3/4 dei suoi generi in tre famiglie diverse.[1]. Attualmente, a novembre 2020, si compone di un genere e due specie viventi[1] e di due generi fossili[2]: