Nei primi anni trenta i progettisti Nevil Shute Norway e Arthur Hessell Tiltman svilupparono un velivolo bimotore basato sul precedente AS.5 Courier. Il progetto prevedeva le superfici portanti e la fusoliera costituite da una struttura in legno con rivestimento in tela ed il carrello retrattile, uno dei primi aerei britannici a disporre di tale dispositivo.
Una cinquantina di esemplari furono prodotti da Airspeed per operatori civili britannici, giapponesi, cecoslovacchi, cinesi e sudafricani. Un limitato numero di apparecchi furono impiegati dalla RAF e dalla SAAF per trasportare bombe, dotati di mitragliatrici nella parte anteriore e su una torretta posta sul dorso della fusoliera.
Nel 1936 il Ministero della Difesa britannico ordinò 136 AS.6 Envoy per l'addestramento di equipaggi. Questa commessa diede l'avvio allo sviluppo dell'Airspeed AS.10 Oxford.
versione equipaggiata con una coppia di motori Wolseley AR.9 da 200 hp (149 kW), prodotta in 5 esemplari; primo volo 1934.[2]
AS.6A Envoy
Serie I, versione equipaggiata con una coppia di motori Armstrong Siddeley Lynx IVC da 240 hp (179 kW), prodotta in 5 esemplari; primo volo 1934.[2]
AS.6B Envoy
versione idrovolante derivata dal AS.6, rimasta allo stadio progettuale.[2]
AS.6C Envoy
versione idrovolante derivata dal AS.6A, rimasta allo stadio progettuale.[2]
AS.6D Envoy
Serie II, versione caratterizzata dalla modifica ai flap e superfici dell'impennaggio maggiorate, equipaggiata con una coppia di motori Wright Whirlwind da 350 hp (261 kW); primo volo Serie II 1935.[2]
AS.6E Envoy
Serie II, versione equipaggiata con una coppia di motori Walter Castor II da 340 hp (254 kW), prodotta in 5 esemplari.
Serie III, versione caratterizzata dalla modifica ai flap, superficie alare in compensato e superfici dell'impennaggio maggiorate e motorizzazione come la precedente; primo volo Serie III 1936.[2]
AS.6F Envoy
Serie II, versione prevista equipaggiata con fotocamere per la rilevazione fotografica aerea, non avviata alla produzione.[2]
AS.6G Envoy
Serie II, versione equipaggiata con una coppia di motori Wolseley Scorpio I da 250 hp (186 kW).
AS.6H Envoy
Serie III, versione caratterizzata dalla modifica ai flap, superficie alare in compensato e superfici dell'impennaggio maggiorate, equipaggiata con una coppia di motori Wolseley Aries III da 225 hp (168 kW), realizzata in un unico esemplare.[2]
AS.6J Envoy
Serie III, versione caratterizzata dalla cabina passeggeri a 7 posti ed equipaggiata con una coppia di motori Armstrong Siddeley Cheetah IX da 350 hp (261 kW), prodotta in 27 esemplari.
AS.6JC Envoy
Serie III, versione convertibile per uso militare equipaggiata con una coppia di motori Armstrong Siddeley Cheetah IX da 350 hp (261 kW),[2] prodotta in 4 esemplari.
AS.6JM Envoy
Serie III, versione civile dell'AS.6JC equipaggiata con una coppia di motori Armstrong Siddeley Cheetah IX da 350 hp (261 kW),[2] prodotta in 3 esemplari.
^(EN) Ketley, Barry, and Rolfe, Mark. Luftwaffe Fledglings 1935-1945: Luftwaffe Training Units and their Aircraft (Aldershot, GB: Hikoki Publications, 1996), p.11.
A cura di Rolf Berger, 1000 AEREI apparecchi di ogni epoca e genere, Firenze, Giunti Editore SpA - Naumann & Göbel Verlagsgesellschaft mbH, ottobre 2008, ISBN978-88-440-3633-1.
(EN) Aubrey J. Jackson, British Civil Aircraft Since 1919, Vol.1, Londra, Putnam, 1973, ISBN978-0-370-10006-7.
(EN) Christopher F. Shores, et. al., Above the Trenches: A Complete Record of the Fighter Aces and Units of the British Empire Air Forces 1915-1920, Londra, Grub Street, 1990, ISBN978-0-948817-19-9.
(EN) Gerald Howson, Contraband Wings of the Spanish Civil War...Britain's Clandestine Contribution, in Air Enthusiast, n°10, Finescroll Ltd., luglio - settembre 1979, pp. 68–78.
(EN) The Airspeed "Envoy", in Flight, Sutton, Surrey (UK), Reed Business Information Ltd, 12 luglio 1934, pp. 712. URL consultato il 15 settembre 2012.