La sua formazione artistica la svolse al Conservatorio di Parigi, allievo di Provost, dove ottenne premi e riconoscimenti,[1]
e dopo aver partecipato alla guerra di Algeria, nel 1844 entrò a far parte della Comédie-Française, con la quale debuttò il 17 luglio con l'opera Les Héritiers e collaborò fino al 1895, anno del suo ritiro dalle scene.[2]
Nella sua carriera interpretò principalmente ruoli comici raffinati e brillanti, come quello dei servitori della commedia classica oppure in alcuni libretti ottocenteschi, quali Le duc Job di Léon Laya o quelli di Alfred de Musset, ma si impegnava anche nei tipi più popolareschi.[2] Si caratterizzò per la sua verve, la sua allegria, il suo gusto per la realtà, la sua potente immaginazione, che lo fecero diventare uno dei più grandi comici del tempo.[3]
Tra i suoi migliori ruoli, possiamo menzionare: il Cœur et la Dot, i Caprices de Marianne, l'Effrontés, il Duc Job, le Fils de Giboyer, il Maître Guérin, il Gendre de M. Poirier, l'Ami Fritz, il Fourchambault, Denise, l'Étrangère, il Flibustier, Cabotins, etc.[3]
Si è ritirato dall'attività teatrale il 31 gennaio 1895.[3]
Got ricevette la carica di professore di dizione presso il Conservatorio il 1º novembre 1877, dalla quale si è dimesso il 22 luglio 1894.[3]
Scrisse due libretti d'opera, François Villon (1857) e L'esclave (1874) e una significativa storia del teatro a lui contemporaneo, intitolata Journal, stampata nel 1910.[1][2]
Dal 1895, abitò nella frazione di Boulainvilliers a Parigi, dove morì il 20 marzo 1901.[3]
(FR) William Duckett, Dictionnaire de la conversation et de la lecture : inventaire raisonné des notions générales les plus indispensables à tous, X, Parigi, 1875.
(FR) Antoine Laporte, Bibliographie contemporaine, VI, Parigi, 1889.
(FR) Gustave Vapereau, Dictionnaire universel des contemporains contenant toutes les personnes notables de la France et des pays étrangers, Parigi, Hachette, 1870.