Diocesi di Magonza Dioecesis Moguntina Chiesa latina | |||
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Suffraganea dell' | arcidiocesi di Friburgo in Brisgovia | ||
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Vescovo | Peter Kohlgraf | ||
Presbiteri | 402, di cui 346 secolari e 56 regolari 1.806 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 70 uomini, 339 donne | ||
Diaconi | ? permanenti | ||
Abitanti | 3.012.753 | ||
Battezzati | 726.130 (24,1% del totale) | ||
Stato | Germania | ||
Superficie | 7.692 km² | ||
Parrocchie | 303 (20 vicariati) | ||
Erezione | IV secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | San Martino | ||
Santi patroni | San Martino di Tours | ||
Indirizzo | Postfach 1560, D-55005 Mainz Bischofsplatz 2, D-55116 Mainz, Bundesrepublik Deutschland | ||
Sito web | www.bistummainz.de | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Germania | |||
La diocesi di Magonza (in latino Dioecesis Moguntina) è una sede della Chiesa cattolica in Germania suffraganea dell'arcidiocesi di Friburgo in Brisgovia. Nel 2021 contava 726.130 battezzati su 3.012.753 abitanti. È retta dal vescovo Peter Kohlgraf.
La diocesi comprende parte della Renania-Palatinato e dell'Assia, nonché la località di Bad Wimpfen nel Baden-Württemberg. È costituita da due entità geografiche distinte e non contigue tra loro: questa peculiarità è dovuta alla costituzione dell'odierna diocesi, nata nel 1821 e corrispondente al territorio dell'allora granducato d'Assia oggi non più esistente.
Sede vescovile è la città di Magonza, dove si trova la cattedrale di San Martino.
Il territorio si estende su 7.692 km² ed è suddiviso in 303 parrocchie, raggruppate in 20 decanati.
Tra le principali chiese della diocesi, si annoverano:
Magonza, corrispondente alla Mogontiacum dei Romani, faceva parte, secondo la Notitia Galliarum dell'inizio del V secolo[1], della provincia romana della Germania prima, di cui era la capitale.
La tradizione leggendaria attribuisce la fondazione della Chiesa di Magonza a san Crescente, inviato ad evangelizzare la regione dall'apostolo san Pietro nel I secolo. Il primo vescovo conosciuto appare solamente nella prima metà del IV secolo: negli atti dello pseudo concilio di Colonia del 346 figura il nome di Martinus Mogontiacensium.
La sede acquisì importanza e prestigio nell'VIII secolo grazie all'opera di san Bonifacio e del suo successore san Lullo, primi che si fregiarono del titolo di arcivescovo; è in quest'epoca che si definisce il territorio diocesano, che si estese anche sulla riva destra del fiume Reno. Da Magonza e da Colonia partivano i missionari per l'evangelizzazione della Germania.
Con l'affermarsi dell'organizzazione ecclesiastica in epoca carolingia, Magonza divenne arcidiocesi metropolitana. Inizialmente aveva tre diocesi suffraganee, Worms, Strasburgo e Spira, nel rispetto dell'antica suddivisione amministrativa romana. Mano a mano che venivano create, furono aggregate alla provincia ecclesiastica di Magonza anche le diocesi di Augusta, Costanza, Coira, Eichstätt, Halberstadt, Würzburg, Hildesheim, Paderborn e Verden. Questa struttura organizzativa ecclesiastica, già attestata nell'XI secolo, rimase invariata, malgrado tutti i cambiamenti politici della regione, fino alla rivoluzione francese.
A partire dall'epoca ottoniana (X secolo), gli arcivescovi di Magonza acquisirono poteri comitali che li resero i più importanti principi vescovi del Sacro Romano Impero. Tra i primi principi dell'Impero si distinse l'arcivescovo Willigis, che divenne anche arcicancelliere dell'Impero e diede inizio alla costruzione della nuova cattedrale nel 975.
Il principato arcivescovile era costituito dai seguenti territori:
Dal 1257 l'arcivescovo di Magonza, già primate della Germania e legatus natus del papa per i territori imperiali[2], fu ufficialmente riconosciuto arcicancelliere dell'Impero e presidente-decano della Dieta imperiale (Reichstag) e primo Grande Elettore. Tale situazione venne sancita definitivamente dalla Bolla d'oro del 25 dicembre 1356 (Erzbischof von Mainz und des Heiligen Römischen Reichs Erzkanzler für Germanien und Chur-Furst). Come decano degli Elettori presiedeva anche il "Consiglio aulico dell'Impero" (Reichshofrat) e fino al 1343 incoronava personalmente il nuovo imperatore eletto. Come presidente della Dieta poteva convocare il Collegio elettorale, aprendone i lavori e concedendo l'apertura delle votazioni cominciando dagli elettori di Treviri e di Colonia; esaminava e legittimava le lettere credenziali dei deputati plenipotenziari inviati dai vari principi alle votazioni. Dal 10 giugno 1630 per decreto di papa Urbano VIII ricevette il trattamento di eminenza e gli viene riconosciuto il rango reale, più o meno contestato dagli altri sovrani europei. Il potere di questo titolo, che non aveva giurisdizione politica, ricopriva però un ruolo fondamentale nei rapporti con la Chiesa in quanto rendeva l'arcivescovo il primo referente del papa in Germania.
Nel XVI secolo, con l'affermarsi della riforma protestante, l'arcidiocesi perse molte parrocchie, soprattutto nel nord e nel Palatinato, passate alla nuova confessione religiosa. Contestualmente, la provincia ecclesiastica perse le diocesi di Halberstadt e di Verden, che furono soppresse, per il passaggio pressoché totale dei fedeli alla chiesa evangelica.
La rivoluzione francese, con le sue conseguenze, pose fine al principato ecclesiastico e modificò sostanzialmente il territorio dell'arcidiocesi. Nel 1792 le truppe francesi occuparono i territori dell'arcidiocesi fino al fiume Reno, mentre l'arcivescovo Friedrich Karl Josef von Erthal fuggiva assieme al capitolo della cattedrale a Aschaffenburg sulla riva destra del fiume. Con il trattato di Campoformio (1797) l'arcidiocesi si trovò divisa fra due Stati, la Francia, che occupava i territori situati sulla riva sinistra del Reno, e l'Impero, che deteneva i territori sulla riva destra.
Il 29 novembre 1801 in forza della bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII, nel territorio francese fu eretta una nuova circoscrizione ecclesiastica magontina, corrispondente al dipartimento, oggi non più esistente, di Mont-Tonnerre. Con la bolla papale, l'antica arcidiocesi fu ridotta al rango di diocesi, suffraganea dell'arcidiocesi di Malines, e comprendeva parti delle antiche sedi di Magonza, di Worms e di Spira (con le rispettive città episcopali), e di Metz. Per questa sede fu eletto il vescovo Joseph Ludwig Colmar.
La restante parte dell'antica arcidiocesi e del principato ecclesiastico, sulla riva destra del Reno, subì la seguente evoluzione: il principato fu secolarizzato in seguito al Reichsdeputationshauptschluss del 1803, ed il suo territorio scorporato fra le varie entità politiche tedesche circostanti; la parte della diocesi rimasta in territorio tedesco, in virtù della bolla In universalis Ecclesiae del 1º febbraio 1805, fu data in amministrazione a Karl Theodor von Dalberg, arcivescovo di Ratisbona, già arcivescovo coadiutore della stessa Magonza.
Il congresso di Vienna e altri trattati successivi modificarono nuovamente la geografia ecclesiastica della regione. Il 16 agosto 1821 Pio VII emanò la bolla Provida solersque, con la quale sopprimeva tutte le giurisdizioni ecclesiastiche precedenti e stabiliva nuove arcidiocesi e diocesi in alcuni Stati della Confederazione germanica nel sud-ovest della Germania. La nuova diocesi di Magonza venne fatta coincidere con il territorio del Granducato d'Assia entrando al contempo a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Friburgo in Brisgovia.
In virtù della bolla Ad dominici gregis custodiam dell'11 aprile 1827,[3] il capitolo dei canonici della cattedrale gode del diritto di eleggere i propri vescovi, che in seguito ricevono la nomina formale e canonica della Santa Sede.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
Il più antico catalogo dei vescovi di Magonza risale agli inizi del X secolo e si conclude con il vescovo Erigero: in questo catalogo sono 11 i vescovi che precedono san Bonifacio. Cataloghi successivi (una decina circa anteriori al XIV secolo) allungano a dismisura la serie dei vescovi per rendere ancora più antica la Chiesa di Magonza; Gallia christiana, sulla scia di questi cataloghi, elenca 41 vescovi prima di san Bonifacio.[4]
La diocesi nel 2021 su una popolazione di 3.012.753 persone contava 726.130 battezzati, corrispondenti al 24,1% del totale. Geograficamente, la proporzione dei cattolici varia considerevolmente: nella città di Magonza sono circa metà della popolazione, mentre nella parte settentrionale della diocesi sono una piccola minoranza.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
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battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 631.100 | 1.794.600 | 35,2 | 516 | 437 | 79 | 1.223 | 128 | 1.907 | 284 | |
1970 | 893.357 | 2.344.970 | 38,1 | 657 | 533 | 124 | 1.359 | 201 | 1.622 | 1.037 | |
1980 | 939.372 | 2.637.000 | 35,6 | 658 | 564 | 94 | 1.427 | 40 | 136 | 1.145 | 346 |
1990 | 856.461 | 2.300.000 | 37,2 | 645 | 538 | 107 | 1.327 | 76 | 132 | 796 | 344 |
1999 | 825.309 | 2.746.000 | 30,1 | 581 | 477 | 104 | 1.420 | 104 | 142 | 657 | 344 |
2000 | 820.932 | 2.770.000 | 29,6 | 567 | 475 | 92 | 1.447 | 106 | 130 | 616 | 344 |
2001 | 814.205 | 2.770.000 | 29,4 | 553 | 464 | 89 | 1.472 | 111 | 119 | 458 | 344 |
2002 | 809.223 | 2.770.000 | 29,2 | 549 | 456 | 93 | 1.473 | 113 | 123 | 423 | 344 |
2003 | 803.923 | 2.807.896 | 28,6 | 570 | 476 | 94 | 1.410 | 115 | 121 | 423 | 344 |
2004 | 796.562 | 2.807.896 | 28,4 | 536 | 442 | 94 | 1.486 | 122 | 135 | 411 | 344 |
2013 | 754.441 | 2.886.854 | 26,1 | 511 | 416 | 95 | 1.476 | 124 | 125 | 374 | 321 |
2016 | 742.165 | 2.899.491 | 25,6 | 478 | 396 | 82 | 1.552 | 124 | 111 | 332 | 309 |
2019 | 718.715 | 2.982.141 | 24,1 | 422 | 369 | 53 | 1.703 | ? | 70 | 338 | 303 |
2021 | 726.130 | 3.012.753 | 24,1 | 402 | 346 | 56 | 1.806 | ? | 70 | 339 | 303 |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 134345459 · ISNI (EN) 0000 0001 0941 8794 · SBN BVEV032624 · BAV 494/2828 · LCCN (EN) n80125125 · GND (DE) 1081206853 · BNF (FR) cb119588617 (data) · J9U (EN, HE) 987007528100905171 |
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